Pochi giorni fa la senatrice Corrado aveva scritto al Sindaco di Casabona, all’Asp, all’Apacal (e per conoscenza alla Procura e al Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri) per sollecitare verifiche circa il supposto legame tra incidenza di patologie tumorali nei residenti e ipotetica presenza di cancerogeni nella vecchia miniera di zolfo con accesso in località Calafoniti.
Al riguardo, si registrano due risultati immediati: la tempestiva risposta del Direttore del Dipartimento Provinciale Arpacal che dà conto delle verifiche già eseguite in territorio di S. Nicola dell’Alto e di quelle previste in settimana in agro di Strongoli, e la comunicazione del Direttore dell’Asp di Crotone che chiede al Direttore del Dipartimento Prevenzione di «attivare gli organi competenti in materia, sollecitandolo a voler verificare e/o adottare gli eventuali provvedimenti di competenza» e al Responsabile del Registro Tumori di fornire i dati relativi.
L’Arpacal, si apprende dalla nota a firma del dott. Aloisio, si è attivata già lo scorso anno su richiesta della Prefettura e, accertata l’assenza di miniere in agro di Casabona, a dicembre 2017 ha fatto eseguire accertamenti dal laboratorio fisico “Ettore Majorana” presso le gallerie di accesso alle zolfare in località Santa Domenica di Melissa, Alba e Carcarella (ingresso principale) di S. Nicola dell’Alto. In nessun caso sono state registrate anomalie radiometriche, poiché i valori di radioattività sono “confrontabili con il fondo ambientale” contestualmente stimato. Nel territorio di Strongoli, invece, si interverrà a breve perché è stato necessario, preliminarmente, identificare il proprietario dell’area dell’accesso alla miniera. Fra qualche giorno, dunque, l’Arpacal disporrà anche di quei risultati.
Il timore che scorie radioattive possano essere state occultate nelle vecchie miniere circola dai primi anni Duemila, quando si pensò alle zolfare dismesse del Sud Italia e della Sicilia come possibili luoghi di accantonamento delle scorie prodotte nelle centrali nucleari del Nord. Ufficialmente, non se ne fece nulla. La contaminazione del suolo, dell’aria e dell’acqua non deriva, però, esclusivamente da sostanze radioattive. È auspicabile, perciò, che i soggetti istituzionalmente preposti alla verifica delle concentrazioni soglia di rischio eseguano tutti i rilievi del caso in prossimità degli imbocchi delle gallerie delle miniere citate e, se necessario, che li ripetano periodicamente.
Nell’ottica della trasparenza che deve sovrintendere alle operazioni atte ad accertare eventuali emergenze ambientali e sanitarie così come alla loro pubblicazione, la senatrice Corrado si propone di condividere con uguale tempestività i dati promessi dall’Arpacal relativamente all’agro di Strongoli e quelli che è auspicabile l’ASP vorrà a sua volta trasmettere e/o rendere pubblici per quanto di competenza. Gli abitanti di Casabona e di tutto il Crotonese hanno infatti diritto di chiedere e di ottenere informazioni puntuali quanto attendibili sulla contaminazione delle matrici ambientali nel territorio di residenza, poiché la scellerata leggerezza con cui in passato quel territorio ha ‘inghiottito’ rifiuti di ogni genere (nelle discariche autorizzate e in quelle cosiddette ‘orfane’) rende legittima l’aspirazione dei cittadini di accedere senza restrizioni o ambiguità a tutti i dati epidemiologici, senza dover sopportare, oltre alle patologie che li affliggono, anche l’angoscia generata da dubbi mai sciolti.