È il momento di pensare a come ripartire ed è giusto preoccuparsi e trovare in tempi rapidi una soluzione per tutti coloro che sono rimasti lontani dalla loro terra d’origine ed evitato la fuga da Nord a Sud.
Ora bisogna accogliere l’appello di tutti i calabresi che stanno chiedendo di poter rientrare a casa, ovviamente con le dovute precauzioni e nel rispetto delle regole tese ad evitare la diffusione del contagio del Covd-19.
Molti di loro insegnano temporaneamente al Nord e, con le scuole chiuse, si trovano sospesi come in un limbo e con spese importanti da sostenere. Così come gli universitari fuori sede, i precari e coloro che lavorano lontano dalla Calabria e che, dopo essere rimasti giudiziosamente nelle regioni del Nord Italia nei giorni più complessi dell’emergenza sanitaria, ora chiedono di rientrare nei luoghi di residenza e ricongiungersi alle proprie famiglie. Molti di loro vivono da tempo in condizioni di forte disagio economico e psicologico. Non dimentichiamo che l’emergenza Coronavirus ha avuto e continua ad avere effetti devastanti sull’economia globale: la crisi ha fermato più della metà delle imprese presenti in Italia. Imprese che, secondo gli ultimi dati dell’Istat, danno lavoro a 7,4 milioni di persone. E tanti sono coloro che hanno perso il lavoro e ora si trovano senza reddito e senza risorse per pagare l’affitto. Non possiamo rimanere inermi al loro grido di aiuto. Proprio loro che hanno rispettato le regole, non hanno assaltato le stazioni e sono rimasti lontani dalla tentazione di scendere nella propria terra, ora hanno il diritto di essere ascoltati e di poter rientrare nelle proprie case.
Condivido l’appello del dirigente del Liceo Classico B. Telesio, Antonio Iaconianni, promotore della petizione on line “Il diritto di tornare a casa propria” indirizzata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al presidente della Regione Jole Santelli, che in poche ore ha superato le 1300 firme. Con la petizione si chiede “che vengano disposte misure urgenti ed indifferibili per consentire il rientro immediato a casa di tutti gli studenti e di tutti i lavoratori, gli uni rimasti con le Università chiuse e gli altri rimasti senza lavoro, realizzando dei corridoi di sicurezza, con tutte le misure che le attuali norme prevedono, a salvaguardia della tutela di tutti”.
Dobbiamo sostenere il loro appello, ora ci sono tutte le condizioni per poter organizzare il loro rientro a casa. Non possiamo voltare le spalle a chi ha rispettato le regole, ora lo sforzo deve essere nostro. Dunque, le istituzioni lavorino in sinergia per garantire, in massima sicurezza, il diritto di tornare a casa propria.