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Crotone: “Trattate come eroi sui social ma ripudiate nella vita reale, la triste vicenda di due infermiere del Covid 19”

Redazione

 

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Ho 25 anni, sono un’Infermiera e da circa 20 giorni lavoro nel reparto covid 19. Un nome che fa paura, sicuramente a chi legge ma ancor di più a chi lo vive.
Non appena ho deciso di dire “si” alla chiamata per l’emergenza sanitaria in corso, ho ritenuto opportuno prendere un appartamento e lasciare la mia famiglia affinché i miei non venissero esposti al rischio tanto quanto me.
Una scelta difficile ma necessaria per chi decide di aiutare il prossimo in prima linea.
La stessa scelta che ha dovuto prendere la mia coinquilina, proveniente da Taurianova, la quale ha salutato circa 20 giorni fa il marito per attenersi alle distanze consigliate. Un’altra donna che per coscienza ha deciso di allontanarsi dalla sua casa, un’altra infermiera che ha deciso dare tutta se stessa per aiutare il prossimo.
Abbiamo trovato una casa grazie ad un amico di famiglia che ha scelto di spendersi al limite delle sue possibilità, spinto dalla voglia di dare il suo contributo alla collettività in un momento così delicato, offrendoci alloggio in un appartamento privato.
Un gesto di estremo altruismo che si è rivelato però in contrasto con l’atteggiamento dei condomini del palazzo.
Nel giro di pochi giorni è stato inondato di telefonate da parte di questi ultimi che chiedevano informazioni sulle nuove inquiline. due infermiere del reparto covid-19 hanno provocato commenti a dir poco agghiaccianti: “Ci hai portato il virus in casa, vergognati!”
“Non lo sai che un’infermiera porta in giro quella schifezza di virus? pensavamo fossi una
persona intelligente per capirlo” per citarne alcuni.
Inoltre, hanno proceduto con un esposto contro il proprietario contestando di aver accolto persone sconosciute in attività irregolare senza dare avviso al condominio.
Così due giorni fa, al rientro da un pomeriggio di lavoro estenuante e che sembrava non finire mai, sentiamo suonare il campanello: “Polizia! “.
Il gesto tuttavia non solo ha chiarito che l’esposto fosse fuori luogo e privo di qualsivoglia attinenza legale, ma ha anche confermato la legittimità della nostra presenza nello stabile e l’ignoranza e la totale assenza di solidarietà di chi ha proceduto.
Ovviamente non siamo così fiduciose da pensare che ognuno voglia prodigarsi in un momento in cui c’è bisogno di una società unita, che si dia forza a vicenda, ma abbiamo la speranza che almeno non cerchino di ostacolare chi si batte ogni giorno in prima linea.
Siamo deluse ed amareggiate. È semplice osannare ed idolatrare, innalzarci ad “eroi”; quando però sfioriamo la
vostra quotidianità, quando si palesa la remota possibilità che questi eroi possano turbare la vostra sfera personale si fa presto a fare un passo indietro; gli stessi eroi diventano untori da evitare, mostri da temere.
La domanda che ci sorge spontanea è Dove dovrebbero andare questi “valorosi guerrieri” una volta finito il turno? Chi farà più vittime il covid o l’ignoranza e l’egoismo?
Mi sembra superfluo in questo contesto ribadire che conosciamo perfettamente le procedure da eseguire per evitare il contagio, è altresì superfluo sottolineare che la nostra paura è tanta, è che le precauzioni sono sempre infinite perché, vi assicuro, nessuno più di noi desidera vedere quel reparto svuotarsi.
Per concludere voglio rassicuravi, faremo sempre del nostro meglio per combattere questo virus e so che lo sconfiggeremo! Purtroppo però non credo che batteremo con la stessa facilità l’ignoranza che dilaga indisturbatamente nella nostra terra.

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