«Condanno la violenza in tutte le forme e mi impegno perché sia sostituita dal dialogo, intanto politico, dalla solidarietà e dall’emancipazione economica, culturale e sociale». Lo dichiara il deputato M5s Giuseppe d’Ippolito a proposito della recente aggressione a sfondo razzista contro un cittadino dominicano verificatasi a Falerna, in provincia di Catanzaro. «Si è trattato – aggiunge il parlamentare 5stelle – di una brutta pagina per la Calabria, terra in cui da sempre convivono pacificamente più culture e tradizioni in ogni angolo, come peraltro dimostra l’esistenza di diverse minoranze linguistiche e religiose e la perfetta integrazione, spontanea e datata, di persone provenienti dall’Africa, dall’Europa dell’est e dall’Asia». «Alla Calabria e al resto dell’Italia non servono – rimarca il deputato – le accuse strumentali, per fortuna circoscritte, di esponenti politici contro l’attuale governo, tese a creare il nemico, il mostro da combattere e la causa di simili episodi, inaccettabili e riconducibili alla follia di singoli. Si sta superando la misura con una grande e palese menzogna, quella di addossare le responsabilità di fatti del genere a chi ha il mandato e il dovere di governare per il bene comune, in un contesto mutato dal capitalismo globale, vero male dell’umanità». «L’odio razziale – conclude D’Ippolito – non sia alimentato da nessuno per via politica e mediatica. Prendiamo esempio dalle parole di papa Bergoglio, che, ricordando la spiritualità di Francesco d’Assisi, ci ha invitato a vivere insieme superando le logiche, dominanti e disumane, della speculazione e della distruzione dell’ambiente, nostra casa comune. Oggi più che mai la lotta deve essere contro la povertà e le diseguaglianze, prodotte da modelli di crescita sbagliati e dalla persuasione più o meno occulta dei vari apparati, anche politici, di quei poteri finanziari ed economici che per proprio utile avversano le regole e i princìpi della democrazia».
D’Ippolito (M5S) condanna aggressione razzista a Falerna, “la politica non alimenti l’odio razziale”
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