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“Intervenire sulle discariche abusive presenti in Calabria”. E’ quanto chiede il deputato di Fratelli d’Italia, on. Wanda Ferro, che nei giorni scorsi ha rivolto una apposita interrogazione al Ministro dell’ambiente e al Ministro dell’economia. L’on. Ferro ricorda che con una prima sentenza, nel 2007, la Corte di giustizia dell’Unione europea ha dichiarato che l’Italia era venuta meno, in modo generale e persistente, agli obblighi relativi alla gestione dei rifiuti stabiliti dalle direttive relative ai rifiuti, ai rifiuti pericolosi e alle discariche di rifiuti. Nel 2013, la Commissione europea ha ritenuto che l’Italia non avesse ancora adottato tutte le misure necessarie per dare esecuzione alla sentenza del 2007. In particolare, 218 discariche ubicate in 18 delle 20 regioni italiane non erano conformi alla direttiva “rifiuti”. Nella sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea del 2 dicembre 2014, la Corte è arrivata alla conclusione che l’Italia non ha adottato tutte le misure necessarie a dare esecuzione alla sentenza del 2007 e che è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza del diritto dell’Unione europea. Di conseguenza, la Corte ha condannato l’Italia a pagare una somma forfettaria di 40 milioni di euro. La Corte di giustizia dell’Unione europea ha rilevato poi che l’inadempimento perdura da oltre sette anni e che, dopo la scadenza del termine impartito, le operazioni sono state compiute con grande lentezza; un numero importante di discariche abusive si registra ancora in quasi tutte le regioni italiane. Essa considera quindi opportuno infliggere una penalità decrescente, il cui importo è ridotto progressivamente in ragione del numero di siti che saranno messi a norma, conformemente alla sentenza, computando due volte le discariche contenenti rifiuti pericolosi. La Corte ha condannato quindi l’Italia a versare una penalità semestrale calcolata a partire da un importo iniziale di 42.800.000 euro, dal quale sono detratti 400.000 euro per ciascuna discarica contenente rifiuti pericolosi messa a norma e 200.000 di euro per ogni altra discarica messa a norma. Le 200 discariche oggetto della sentenza del 2 dicembre 2014 sono ubicate nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto; l’Italia ha pagato 40 milioni di euro come multa forfettaria e 39.800.000, 33.400.000, 27.800.000 euro come multe relative al primo, secondo e terzo semestre successivo alla sentenza. L’on. Wanda Ferro ricorda ancora che la legge di stabilità 2016 prevede che “a fronte dei pagamenti effettuati, il Ministero dell’economia e delle finanze attiva il procedimento di rivalsa a carico delle amministrazioni responsabili delle violazioni che hanno determinato le sentenze di condanna, anche con compensazione con i trasferimenti da effettuare da parte dello Stato in favore delle amministrazioni stesse”, e che in data 24 marzo 2017 il Consiglio dei ministri ha nominato Commissario straordinario per la realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento alla normativa vigente delle discariche abusive presenti sul territorio nazionale il generale di brigata dell’Arma dei carabinieri Giuseppe Vadalà. In seguito a queste premesse l’on. Ferro chiede ai membri del governo “quali siano le discariche abusive in procedura di infrazione successivamente alla scadenza del 2 giugno 2018; quale sia lo stato di attuazione della bonifica delle discariche abusive ancora presenti sul territorio calabrese; quali iniziative concrete abbia assunto, a distanza di oltre un anno dalla sua nomina, il Commissario straordinario del Governo; a che punto sia il procedimento di rivalsa nei confronti delle amministrazioni responsabili delle violazioni che hanno determinato la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea del 2 dicembre 2014”.