La Commissione Ue propone il concetto di piattaforme di sbarco dei migranti nei Paesi non Ue in stretta cooperazione con l’Oim e l’Unhcr e in collaborazione con i paesi terzi. L’obiettivo è contribuire a garantire una responsabilità regionale realmente condivisa nel rispondere alle complesse sfide migratorie, ridurre le morti in mare e garantire uno sbarco ordinato e prevedibile. Non si tratterà di campi né di centri di detenzione, ma di aree gestite nel pieno rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani. Nella sua proposta, la Commissione assicura che, ai Paesi che ospiteranno questi ‘centri controllati’, sarà fornita l’assistenza di un team Ue per espletare tutte le procedure e le operazioni connesse e conseguenti agli sbarchi, dalle procedure di esame delle domande di asilo ai rimpatri. Il documento diffuso da Bruxelles è stato predisposto per recepire le indicazioni giunte dal Consiglio Europeo del mese scorso a proposito della condivisione e gestione dei flussi migratori. In questa ottica, la Commissione prevede di dare l’avvio, il prima possibile, a una fase pilota per testare il meccanismo dei ‘centri controllati’. Inoltre, la Commissione, secondo quanto si legge nel documento, avrà il ruolo di coordinatrice tra gli Stati membri, come misura provvisoria fino a quando non sarà possibile istituire un sistema completo nel contesto della riforma del diritto di asilo. Domani le proposte dell’esecutivo europeo saranno discusse dagli ambasciatori-rappresentanti permanenti dei 28 durante la riunione del cosiddetto Coreper.
Sui centri controllati nei Paesi Ue e sulle piattaforme di sbarco dei migranti nei Paesi terzi la Commissione europea ha annunciato che svolgerà una funzione di coordinamento tra gli Stati membri. In altre parole si tratterà di una sorta di cabina di regia, ma sarà solo una misura provvisoria fino a quando non sarà possibile istituire un sistema completo nel contesto della riforma del sistema europeo comune in materia di asilo.(ANSA).