L’Italia in fatto di riciclo è pari o superiore agli altri grandi paesi europei (Germania, Francia e Gran Bretagna), salvo che per gli investimenti. Il dato è emerso lunedì a Roma, alla presentazione in Senato dei primi risultati della Piattaforma italiana per l’economia circolare, network di 75 fra istituzioni e aziende nato nel maggio scorso e guidato dall’Enea.
Il presidente della Piattaforma, Roberto Morabito, ha spiegato che il nostro paese è migliore di Francia e Germania nel consumo di materiali riciclati; pari al Regno Unito e migliore di Francia nella capacità di riciclare i rifiuti solidi urbani; fra i primi in Europa per valore aggiunto nell’economia circolare e brevetti; ma soprattutto, prima per numero di occupati nel settore. Gli indici di riciclo di tutte le tipologie di rifiuti sono sopra la media europea, salvo che per i rifiuti elettrici ed elettronici (Raee), dove siamo sotto.
Ma dove l’Italia è veramente lontana da Germania, Gran Bretagna e Francia, è negli investimenti sull’economia circolare. Il nostro paese secondo Morabito “ottiene tanto investendo davvero poco”. Secondo la Piattaforma, al settore manca una normativa che lo sostenga. “Manca la legge sull’end of waste”, ha spiegato Morabito, riferendosi alla norma che dovrebbe indicare come si possono utilizzare i materiali riciclati. Inoltre, ha aggiunto, “molti sussidi ad attività green sono compensati da sussidi dannosi all’ambiente”.