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ESTATE, CON I GIOCHI D’ACQUA DIVERTIMENTO SENZA ETÀ. ECCONE 5

Redazione

Nelle onde o sul bagnasciuga, in giardino in campagna, i giochi con l’acqua sono un classico refrigerante del divertimento estivo. Sull’onda della nostalgia anni ’80 o anche a prescindere le pistole spara acqua sulle spiagge sono ogni anno più performanti e non mancano nelle capienti borse del mare. Ci sono poi giochi che non conoscono mode come

1. Passarsi l’acqua con i bicchieri. Il travaso avviene sopra la testa. Formate con i bambini due file: vincerà il gruppo che alla fine del passaggio d’acqua avrà riempito maggiormente l’ultimo bicchiere.

2. Car Race Con delle pistole ad acqua e delle macchinine si può organizzare una super competitiva gara di velocità: le macchinine vengono spinte solo con la forza dell’impatto dell’acqua sparata, e vince il primo che taglia il traguardo!

3. Una spedizione archeologica rinfrescante in giardino: riempite alcuni palloncini con animaletti giocattolo e acqua e metteteli in freezer a ghiacciare. Togliete la plastica del palloncino e spargete i “fossili” in giardino: saranno tutti da scoprire, da spaccare con degli scalpelli in plastica e da utilizzare come rinfrescante naturale.

4. Palla avvelenata acquatica (il gavettone rivisitato e regolamentato)  Al posto della classica palla, si usa un palloncino pieno d’acqua: ogni squadra deve colpire, lanciando il palloncino, un componente della squadra avversaria. Se il lanciatore, oltre a colpire l’avversario, riesce a far esplodere il palloncino nel campo avversario riceve un punto di merito. Alla fine della partita, vince il gruppo che ha il maggior numero di punti (quelli ottenuti anche con l’esplosione del palloncino nel campo rivale).

5. Acqua in barca Organizziamo due squadre e le allineiamo in fila indiana dietro una linea di partenza. A metà tra la linea di partenza e quella di arrivo, e al centro rispetto alle due squadre, poniamo un secchio pieno di acqua. Gli altri due, vuoti, li mettiamo sul traguardo in corrispondenza di ciascuna squadra. Diamo una spugna a ciascun caposquadra. All’inizio di ogni turno chi conduce il gioco proclama una parte del corpo (fronte, ginocchio, gomito, pancia). Al via il capofila di ciascuna squadra immerge la propria spugna nel secchio, e poi corre a spremerla nel rispettivo secchio vuoto. Dovrà farlo strizzandola contro la parte del corpo indicata da chi conduce il gioco. Poi torna indietro e la consegna al giocatore successivo, che comincia un nuovo giro.  (visto su https://www.lecicogne.net/10-giochi-dacqua-divertentissimi).

I giochi d’acqua con tantissime persone coinvolte sono veri e propri tornei. dalla maxi sfida con pistole ad acqua che nel 2014 ha preso vita a Central Park, fino alla water pistol fight che ha ottenuto il Guinness World Record nel 2013 in California, coinvolgendo ben 3.875 partecipanti. La passione per i giochi d’acqua spopola in tutto il mondo e ha la caratteristica di non coinvolgere solo i bambini. Un modo di divertirsi trasversale a tutte le età, che fa del divertimento spensierato e del desiderio di dimenticare il caldo e le preoccupazioni, le proprie bandiere. Un trend che è presente anche in Italia. A Riccione a metà luglio si è svolto un watergame da record, che ha visto per la prima volta in Italia la partecipazione di ben 1.018 persone dai 2 ai 65 anni. 15 minuti di puro divertimento, in cui i partecipanti si sono sfidati a spruzzi d’acqua sulle note della hit dell’estate “Dura” di Daddy Yankee, per poi finire lanciandosi in un ballo collettivo cadenzato dal “Parapapapapa” del duo rap brasiliano Cidinho e Doca.  Il motto che è risuonato nella Piscina Onde dell’AquaFan è stato “Forever Fun”, un mantra per rivendicare l’importanza di non smettere mai di divertirsi come bambini. Organizzato da Chupa Chups che quest’anno festeggia 60 anni.

Il gioco d’acqua che diverte a tutte le età riamanda ad un divertimento primario. “La scienza e l’antropologia hanno dimostrato che chi è capace di ridere e far ridere, ha dei benefici a livello fisico, emotivo, sociale e spirituale perché il divertimento e la risata aumentano l’energia vitale di una persona – spiega Leonardo Spina, gelotologo (dal greco ghelos, riso) e tra i precursori della clownterapia in Italia –. Dalle situazioni più difficili, come la permanenza in ospedale o un contesto di guerra, a quelle più quotidiane ma comunque stressanti come l’ambiente lavorativo, il divertimento è una chiave per stare meglio, tant’è che a livello internazionale molte aziende all’avanguardia hanno inserito negli uffici la figura dell’happiness coach, grazie alla quale gli impiegati lavorano meglio e producono di più perché emozioni positive, ilarità e relax stimolano l’emissione di endorfine aumentando il benessere. Divertirsi non è dunque solo una cosa da bambini. Certo, nell’infanzia è un’attitudine naturale ma anche quando si cresce, dall’adolescenza in poi, è fondamentale e legittimo continuare a divertirsi, che non vuol dire vincere, perdere o guadagnare, ma vivere un momento di benessere in maniera gratuita, spontanea, disinteressata.

Il divertimento di un bambino è infatti costituito da tre elementi fondamentali: fantasia, capacità di meravigliarsi e creatività ed è per questo che anche quando cresciamo ci divertiamo a prendere parte a giochi collettivi che rimandano al divertimento infantile. Il divertimento, inoltre, è un vero e proprio lubrificante sociale, che serve a creare legami e compattare gli individui. L’importante è che non sfoci mai nella derisione”.

Il divertimento è dunque un aspetto fondamentale per la singola persona e la collettività. Lo conferma uno studio dell’University College London, secondo il quale divertirsi allunga la vita perché riduce stress, ansia e rischi di incorrere in dipendenze.

Divertirsi, inoltre, aiuta a connettersi e ad essere creativi, come sostiene la dottoressa April Everett nel suo libro Benefits and Challenges of Fun in the Workplace (2011). Quando si ride insieme questa azione invia un messaggio esterno non verbale che dice “Siamo uguali, condividiamo gli stessi valori”. I dottori John e Julie Gottmann, esperti di relazioni del Gottman Research Institute di Seattle, hanno studiato le coppie felici e infelici in modo sistematico. Hanno scoperto che le coppie felici sanno come divertirsi insieme. Sembra che se si ha la capacità di creare e partecipare ad atti di umorismo e affetto, anche le capacità di risoluzione dei conflitti migliorano. Infine, ridere è una questione sociale. Sostiene infatti Robert R. Provine nel suo Laughter: A scientific investigation (2000) che le risate sono trenta volte più frequenti nelle situazioni sociali che in quelle solitarie. La risata è contagiosa: spesso basta sentire qualcuno ridere per iniziare a ridere.

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