Nel pomeriggio del 21 agosto u.s., circa due settimana or sono, un violento incendio scoppiato nel centro cittadino di Reggio ha distrutto il Parco Archeologico delle Mura di Collina degli Angeli, tra il Parco Fiamma e Sant’Antonio. Sull’accaduto, a malapena ripreso da un solo quotidiano on line, nessuno ha detto o proferito parola. Nessuna dichiarazione delle autorità politiche, siano esse cittadine o meno; nessuna nota stampa della Sovrintendenza o di altre istituzioni locali; nessuna reazione indignata della società civile. Niente. Come se nulla fosse successo. Improvvisamente, senza alcuna motivazione, nel tardo pomeriggio di un lunedì d’agosto, un Parco Archeologico brucia nel pieno centro urbano di una Città Metropolitana, mettendo a repentaglio o comunque creando disagio alla persone ed alle abitazioni vicine e nessuno dice niente?!
Forse è il caso di raccontare, nuovamente, questa storia. Proprio un anno fa, dopo diversi sopralluoghi e lettere di sollecito inviate all’Amministrazione Comunale per acquisire gli atti pubblici relativi ai lavori di riqualificazione del Parco, nel maggio del 2018, Ethos presentava un dettagliato esposto, corredato da relazione tecnica e foto, sulle evidenti difformità constatate all’interno del sito di Collina degli Angeli, tra i lavori liquidati dall’Amministrazione Comunale di Reggio Calabria e quelli realmente eseguiti, difformità ammontanti a circa 350.000 euro, sui circa 600.000 spesi. Pavimentazione, illuminazione, vegetazione, panchine, valorizzazione archeologica del sito…niente era come avrebbe dovuto, anche se tutto era già stato lautamente pagato con soldi pubblici. Dell’esposto, era stata data notizia da Ethos mediante conferenza stampa tenutasi nel dicembre successivo. Ad inizio agosto c.a., dopo circa un anno, le competenti autorità hanno ritenuto di volerci vedere chiaro su tale oscura vicenda, chiedendo ad Ethos maggiori dettagli su quanto denunciato. Casualmente, dopo pochi giorni, un vasto incendio scoppiato in pieno centro cittadino, che ha minacciato numerose abitazioni e visto impiegati molti uomini e mezzi dei Vigili del Fuoco e delle Forze dell’Ordine, ha devastato l’intero Parco Archeologico, distruggendolo quasi completamente. Coincidenze e caratteristiche tipiche di queste latitudini, molto esposte ad incendi “spontanei”, ma questo “ca vas sans dire”. Raccontata, per estrema sintesi, questa breve storia, qualcuno potrebbe pensare o illudersi che oramai tutto quanto riguardi il Parco sia andato perso. Molto sommessamente, tuttavia, per la gioia di chi pensa o teme ciò, ci permettiamo di rammentare che esiste ampia e documentata relazione che mostra le cose come stanno, senza paura alcuna che la cenere possa coprire o nascondere qualcosa. Tuttavia, l’amaro in bocca resta, ma non è dato dal fumo acre dell’incendio, ma dall’arsura dell’indifferenza e dall’assordante silenzio.