Almeno una donna su tre nel mondo ha sofferto o soffrira’ violenza nel corso della sua vita, e questo, in una popolazione che cresce veloce verso i 7 miliardi, significa un miliardo di donne: e’ partendo da questo assunto che l’organizzazione V-Day, fondata dall’autrice della piece teatrale “I monologhi della vagina”, Eve Ensler, per oggi, San Valentino, si aspetta che nelle piazze e nelle strade di tutto il mondo scendera’ un miliardo di donne e di uomini a ballare per le strade “per fermare la violenza sulle donne”.
L’iniziativa One Billion Rising (Un miliardo insorge) che ha raccolto l’adesione di 202 Paesi, oltre a 5.000 associazioni, innumerevoli ong e istituzioni, e’ sintetizzata dallo slogan “Un miliardo di donne stuprate sono un’atrocita’, un miliardo di donne che ballano sono una rivoluzione”.
Coincide con il 15/o anniversario della nascita di V-Day, l’ong fondata nel 1998 su iniziativa di Ensler e che, attraverso la diffusione e la rappresentazione capillare dei “Monologhi”, lavora in tutto il mondo per promuovere la dignita’ della donna attraverso il contatto con le singole realta’. V-Day e’ motore di iniziative e associazioni locali di donne di ogni eta’ ed estrazione culturali che si battono contro stupro, violenza domestica, femminicidio, mutilazione genitale, schiavitu’ sessuale, cultura della prevaricazione maschile, e che nel tempo si sono diffuse in realta’ anche terribili, come l’Africa o l’Asia profonde. E proprio da una realta’ estrema come la provincia di Kivu,nella Repubblica democratica del Congo, Eve Ensler l’8 febbraio si e’ collegata telefonicamente con i media di tutto il mondo in call conference per promuovere One Billion Rising.
“Il Congo, dove ho trascorso molto tempo – ha detto Ensler nel collegamento – e’ una realta’ devastata da 13 anni di guerra civile in cui sono morte 7 milioni di persone e milioni di donne sono state stuprate, torturate, uccise. Ho visto cosa succederebbe se permettessimo alla violenza di continuare”. Questo perche’ la violenza degliuomini sulle donne “non e’ legata alla cultura di un popolo o diun Paese, ma e’ un problema in tutto il mondo”, in quello occidentale come in Africa, attraversa tutte le classi sociali, le eta’, le culture, le religioni.
“In Africa – ha detto la scrittrice e attivista – ho visto donne fra le piu’ forti del mondo alzare la testa, unirsi e insieme cercare di uscire dalla caverna del patriarcato nella quale sono costrette. Sono capaci di trasformare il dolore in forza” (“From Pain to Power” e’ uno degli slogan dell’iniziativa, ndr). “In India – ha proseguito – ho partecipato alle manifestazioni di indignazione seguite alla morte della ragazza di Delhi stuprata dal branco, e tante donne che marciavano mi hanno confessato commosse di sentirsi per la prima volta libere e unite. E mi sono resa conto di cosa significherebbe se un miliardo di donne in tutto il mondo si mostrassero al mondo libere e combattive, tutte insieme”. E la danza, forma di espressivita’ spesso usata dalle donne africane, diventa espressione libera del proprio corpo, quindi ribellione. “Sara’ qualcosa di mai visto prima”, dice.
Le adesioni in tutto il mondo sono milioni, specie di giovani, ma anche istituzioni, governi, e uomini, alcuni dei quali come celebrita’ hanno sono testimonial, da Robert Redford al Dalai Lama. In Italia la manifestazione del 14 febbraio e’ promossa da V-Day Modena e hanno aderito decine di associazioni, fra cui Se Non Ora Quando?, Emergency, G.I.U.L.I.A., Udi, Cgil Action Aid, Telefono Rosa, Doppia Difesa oltre a centinaia di associazioni femministe e sociali in tutte le citta’, che si organizzeranno autonomamente con “flash mob” in piazze e strade.
Le diverse manifestazioni, alle quali gli uomini sono invitati a partecipare – ha spiegato Eve Ensler – possono essere seguite dal vivo in streaming attraverso il sito dell’evento: www.onebillionrising.org.