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il fotografo di scena di Dario Argento, Franco Bellomo, inaugura al Castello Svevo la mostra sui film del maestro del brivido

Redazione

Sembra di sentire il rumore del ciak, del regista che urla “motore!”, della macchina da presa che entra in azione, quando si parla con Franco Bellomo, fotografo di scena in ben 163 film, coincisi con la storia del cinema italiano ed i suoi anni d’oro. Le sue macchine fotografiche hanno immortalato le scene di tantissimi film e la sua storia personale è piena di incontri importanti: Federico Fellini, Valerio Zurlini, Mario Monicelli, Luigi Comencini. E poi Liliana Cavani, De Sica, Antonioni, Ferreri. E Dario Argento. Bellomo è venuto ieri a Cosenza, al Castello Svevo, per tenere a battesimo proprio una mostra fotografica sui films del maestro del brivido, “Scatti di scena”, promossa, con il patrocinio del Comune di Cosenza, da “Piano B” e da “Svevo s.r.l.”, nell’ambito della programmazione estiva del maniero federiciano. Una mostra assolutamente da non perdere e che potrà essere visitata fino al prossimo 2 luglio. Si compone di circa sessanta foto, 30 in più rispetto a quelle annunciate alla vigilia. L’obiettivo di Franco Bellomo cattura, in scatti memorabili e di rara intensità e fascinazione, le scene più emblematiche di 6 films di Dario Argento. Si parte da “Profondo Rosso”, del 1975 e si arriva a “La terza madre”, del 2007. In mezzo, “Suspiria” (1977), “Inferno” (1980), “Tenebre” (1982) e “Phenomena” (1985). Le foto di scena si mescolano a scatti “rubati” sul set, mentre Dario Argento dà le ultime indicazioni prima che venga battuto il ciak. Si vedono Clara Calamai nella scena madre di “Profondo Rosso”, David Hemmings, il protagonista, Glauco Mauri, Daria Nicolodi, Gabriele Lavia e poi le scene splatter di altri film, garantite dagli effetti speciali di Germano Natali, detto Archimede per le mirabolanti invenzioni di cui era capace, e da Sergio Stivaletti. Si riconosce ancora Eleonora Giorgi in procinto di essere assassinata in “Inferno”, Stefania Casini in “Suspiria”, Giuliano Gemma in “Tenebre”, Veronica Lario, non ancora signora Berlusconi, sempre in “Tenebre”. E, altrettanto riconoscibili, i volti degli attori internazionali che facevano parte del cast dei film di Dario Argento: l’Anthony Franciosa di “Tenebre”, l’entomologo di Donald Pleasance in “Phenomena” e il Sacha Pitoeff della celeberrima scena dei topi di “Inferno”. Tra i film immortalati da Franco Bellomo, di origini abruzzesi, ma con antenati nell’omonima nobile famiglia romana venuta in Sicilia al seguito di Federico III d’Aragona, il preferito – è lui stesso ad ammetterlo – era “Suspiria” di cui quest’anno ricorrono i 40 anni.  Quando racconta i suoi scatti, Franco Bellomo è una miniera di aneddoti che spaziano in lungo e in largo, non solo sui film di Dario Argento.
Anche Daniele Luxardo ha il suo album da sfogliare e, mentre, spiega i particolari della mostra “Scatti di scena”, ricorda i compleanni con il cugino Dario Argento, di qualche anno più tardi, il loro viaggio in America nell’82, quando abitarono, a Los Angeles, in una villa fantastica con vicini di casa il produttore Ibrahim Moussa e Nastassja Kinski e, qualche metro più in là, le ville di Tom Jones ed Elton John. Della zia Elda (molto amica e fotografa di Silvana Pampanini e Gina Lollobrigida) ricorda l’incontro con il futuro marito Salvatore Argento, negli anni ’50, ad un festival del Cinema. Un incontro da cui tutto ebbe inizio, anche la mostra ospitata al Castello Svevo di Cosenza.

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