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G7, Gentiloni vola da Trump e Trudeau

Redazione

A un mese dal G7 di Taormina, in un momento di grande tensione internazionale, Paolo Gentiloni varca per la prima volta la soglia della Casa Bianca nell’era Trump. Il presidente del Consiglio è attesomercoledì e giovedì a Washington e venerdì a Ottawa, dal primo ministro canadese Justin Trudeau. Due colloqui che completano il tour di incontri con i leader del G7 in vista del vertice siciliano, ma che sono anche occasione di affrontare temi delicati come la spinta protezionista della nuova amministrazione americana e la stabilità nel Mediterraneo, a partire da Siria, Libia e Iraq. Mentre crescono le tensioni, dalla Corea del Nord all’Afghanistan, e si riassestano gli equilibri geopolitici, i colloqui di Washington serviranno a saggiare i rapporti con la nuova presidenza, fermo restando che, come detto a più riprese da Gentiloni, l’alleanza con gli Usa è un “caposaldo” della nostra politica estera. A Trump, affermano gli sherpa italiani, il premier si presenta forte di una storica capacità di dialogo e intermediazione, dalla Russia ai Paesi arabi, e di un impegno importante all’estero: ad oggi schieriamo 4.100 militari dall’Afghanistan all’Iraq, dal Libano al Mali e la Libia, con compiti di sostegno e addestramento delle forze di sicurezza locali. Gli Usa, secondo indiscrezioni di stampa, potrebbero chiedere all’Italia di cambiare la natura della presenza in Iraq e partecipare anche a operazioni militari. Fonti italiane per ora non si aspettano una richiesta in tal senso e precisano che finora nessun segnale è arrivato in questa direzione da oltreoceano.

Giovedì, prima dell’incontro alla Casa Bianca, Gentiloni terrà al think tank di destra “Center for Strategic and Internationale Studies (Csis) un intervento dal titolo “La sicurezza nel Mediterraneo come caposaldo della stabilità globale”. La stabilità dell’area è fondamentale, sottolineano fonti italiane, nel contrasto all’Isis, tema caro alla presidenza Usa. Così come è centrale – ne aveva già parlato il premier a Trump in un colloquio telefonico a febbraio – la Libia, dove l’Italia ha e intende continuare ad avere un ruolo di primo piano. Ma nei colloqui entreranno anche l’impegno dell’Italia nella Nato e i diversi teatri di crisi. A partire dall’Afghanistan, dove al nostro Paese potrebbe essere chiesto di mantenere una presenza militare anche oltre il 2017.

Di Afghanistan il presidente del Consiglio avrà modo di parlare già mercoledì sera, in una cena offerta nella residenza di Villa Firenze dall’ambasciatore Armando Varricchio, al generale Herbert McMaster, capo del Consiglio di sicurezza nazionale, che è di ritorno da una missione nel Paese per conto di Trump. Tra gli invitati alla cena figurano anche due donne in vista della nuova amministrazione: la segretaria ai trasporti Elaine Chao e Kellyanne Conway, che ha diretto la campagna di Trump ed è tra i consiglieri più fidati del presidente. Ci saranno poi esponenti del mondo imprenditoriale come l’ad di Leonardo North West e Drs, William Lynn, e il presidente di Boeing Marc Allen. In questi mesi, di fronte alle misure anti immigrati e poi alla virata protezionista di Trump, il presidente del Consiglio ha sottolineato che l’Italia non rinuncia ai suoi “valori”, dall’accoglienza a una “società ed economia aperte”.

Principi che Gentiloni intende riaffermare nel G7 di Taormina e sui quali sembra potersi rinsaldare la sintonia con un Paese come il Canada, dove il premier volerà venerdì. Il Ceta, trattato di libero scambio siglato di recente tra Ue e Canada, “creerà posti di lavoro per la classe media su entrambe le sponde dell’Atlantico”, sottolinea il primo ministro Trudeau nella nota diramata per annunciare la visita del premier a Ottawa. Per un incontro che si propone di dare ulteriore impulso alla “forte partnership sul piano commerciale degli investimenti” tra i due Paesi, “un rapporto rafforzato – nota Trudeau – dalla dinamica comunità italo-canadese di circa un milione e mezzo di persone”.

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