Il GAV ha incontrato nei giorni scorsi quanti hanno accolto, della deputazione parlamentare calabrese (M5S-LEGA), l’invito ad assumere le ragioni, consegnate mediante una memoria, che ruotano attorno alla chiusura dell’ex tribunale di Rossano. Che per il GAV, ancor prima della richiesta di riapertura, sono di ordine etico e morale.
Sono intervenuti i parlamentari del M5S: gli Onorevoli Elisa Scutellà, componente della commissione giustizia, Francesco Forciniti e Francesco Sapia. Assenti giustificati la Senatrice Gelsomina Vono che ha manifestato tutta la disponibilità a incontrare nei prossimi giorni i componenti del GAV, la Senatrice Silvana Abate, l’On. Alessandro Melicchio e per la Lega l’On. Domenico Furgiuele. Ai presenti e agli assenti giustificati il GAV esprime un pubblico ringraziamento per l’attenzione prestata, totale disappunto è rivolto ai tanti che invece hanno ritenuto di disertare l’incontro, atteggiamento questo, che rievoca i metodi dei predecessori e che sconfessa i prevalenti principi costituzionali che incentrano l’azione del parlamentare sulla tutela dell’interesse generale.
Il GAV ritiene l’incontro più che positivo, apprezza l’impegno assunto dai parlamentari presenti, ai quali il movimento ribadisce vicinanza nel caso si dovesse aprire il tavolo dell’accertamento della verità quale atto di giustizia! A tal riguardo, l’On. Forciniti si è detto disponibile ad avanzare una richiesta formale presso il Dipartimento della Giustizia nella quale si chiede il criterio di analisi utilizzato dall’allora governo Monti, quando in una sola notte, si decise la chiusura del tribunale di Rossano, fino a quel momento non in elenco.
Il GAV precisa e ribadisce che sosterrà la deputazione calabrese in tutte le forme, anche di protesta, consentite dalla legge pur di raggiungere l’obiettivo della verità. E’ l’unico caso, quello di Rossano, dei 29 tribunali soppressi che presenta questa grave anomalia, mai sanata, e di cui sono tutti consapevoli, finanche le istituzioni pagate da noi tutti per rendere giustizia.
L’On. Scutellà ha riferito di avere incontrato il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, puntualizzando l’elevato tasso di criminalità organizzata, i notevoli disagi infrastrutturali e logistici, il pesante carico di lavoro, l’incapienza dell’attuale presidio di Castrovillari a ospitare l’utenza dell’ex circoscrizione jonica e, soprattutto, il dato inconfutabile di una città di 80mila abitanti, la prima della provincia di Cosenza, ma l’unica in Calabria a non essere dotata di un presidio di giustizia.
Tutte le componenti presenti hanno ribadito che nessun tribunale della Calabria avrebbe dovuto essere soppresso, proprio per le caratteristiche di una regione attanagliata da una serie di fenomeni criminali che richiedono la presenza dello Stato e non la fuga.
Il GAV seguirà con estrema attenzione l’evolversi della vicenda ma, con altrettanta fermezza, chiede ai cittadini maggiore senso di responsabilità e di partecipazione pubblica.
La chiusura del tribunale di Rossano ha determinato disagi non più gestibili e, in particolare, ha elevato i costi della giustizia. Non solo i tempi di percorrenza che determinano una lesione finanche al diritto di famiglia, sul punto inutile si è rivelata la memoria depositata alla Corte Costituzionale, ma le spese vive a carico degli assistiti (spesso con bassi redditi) rendono non più sopportabile tale condizione. Ed è ai cittadini che il GAV si rivolge, veri grandi assenti, pronti a giustificare la propria latitanza con il fatto che la battaglia in atto sia una lotta degli “avvocati” (tra l’altro non tutti sempre partecipi), quasi come se tale categoria fosse un mondo a parte, dimenticando che è la stessa a cui ci si rivolge per essere difesi e a cui si mendicano atteggiamenti di accondiscendenza quando si è in difficoltà.
La chiusura di un tribunale significa l’eliminazione giuridica di una intera circoscrizione, si traduce in un mancato riconoscimento delle istituzioni nei luoghi che contano (ministeri, dipartimenti, etc etc), si trasforma in una graduale delegittimazione territoriale. Alla presenza di un presidio di giustizia sono collegati una serie di servizi pubblici: l’agenzia delle entrate, l’Inps, le forze dell’ordine, gli ordini professionali, etc etc. Tutto questo non è solo prestigio e servizi da erogare, ma è anche indotto.
La tematica del tribunale di Corigliano Rossano è dunque un problema di tutti, ma non tutti ci sono! Ed è tempo di cessare con l’indifferenza e la rassegnazione. Tra gli irresponsabili anche soggetti con ruoli istituzionali, rappresentanti di categorie e parte dell’associazionismo, nonché del movimentismo civico. Tutti pronti a volgere lo sguardo altrove, nonostante siano stati commessi atti illegali nei confronti del territorio da parte di istituzioni preposte a tutelare i nostri diritti.
Il GAV andrà avanti puntando sui valori della giustizia e delle idee, a prescindere dalle presenze, ma sia ben chiaro, la latitanza delle masse non solo indebolisce la vertenza, ma costituisce anche un chiaro segnale di un’inequivocabile mentalità di comodo e di delega che si trasforma in boomerang per chi la esercita, poiché l’impoverimento generalizzato del nostro territorio non esenta proprio nessuno, futuro dei figli incluso. Solo continui lamenti intrisi di sciocco vittimismo sotto voce o dietro le quinte, è tempo di smetterla e di dare seguito alle parole.