Con 216 milioni di casi nel mondo, secondo il report 2016 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e 445.000 decessi, la malaria rimane tutt’oggi la principale causa di mortalità infantile e di infermità in 91 Paesi tropicali. E’ quanto sottolinea, in occasione della Giornata mondiale contro la malaria, l’Istituto Pasteur Italia. Oltre il 70% di tutti i decessi per malaria riguarda bambini sotto i cinque anni, dei quali oltre l’80% in Africa sub-sahariana. In questa regione solo il 19% dei bambini colpiti da malaria riesce a ricevere un trattamento a base di artemisinina e ogni 2 minuti muore un bambino a causa di questa malattia. Secondo l’Unicef, si tratta di una ”malattia prevenibile e curabile che mette a rischio metà della popolazione mondiale.
Nel 2016 quasi 300 mila bambini sotto i 5 anni sono morti a causa della malaria: 800 giovani vite perse ogni giorno. Fra tutte le malattie trasmissibili, la malaria è terza, dopo polmonite e diarrea, per numero di bambini morti di età fra un anno e cinque mesi”. Ciononostante, ”i finanziamenti si sono fermati, mettendo milioni di vite e decenni di investimenti a rischio” lamentano l’Unicef e la Roll Back Malaria Partnership hanno lanciato l’hashtag #readytobeatmalaria, per aumentare la consapevolezza sull’importanza di sconfiggere per sempre questa malattia.
”Le zanzare Anopheles, formidabili vettrici dei plasmodi malarici, hanno sviluppato resistenza agli insetticidi. La specie più mortale (Plasmodium falciparum) ha anche sviluppato resistenza ai più recenti farmaci derivati dall’Artemisia, nel Sud-Est Asiatico” segnalano i microbiologi clinici italiani dell’Amcli, secondo i quali la malaria è l’unica vera urgenza in parassitologia, in poche ore (4-6) un soggetto può sviluppare una forma grave con elevato rischio di perdita della vita.
A fine 2017, il Consorzio internazionale Anopheles gambiae 1.000 genomes (Ag1000G) – creato nell’ambito del Network internazionale sulla genomica ed epidemiologia della malaria – ha presentato su Nature i primi risultati ottenuti analizzando il genoma di 765 esemplari di Anopheles gambiae e Anopheles coluzzii. Il lavoro è stato possibile grazie al contributo di ricercatori di 29 gruppi di ricerca europei, statunitensi e africani. I dati ottenuti hanno evidenziato una straordinaria variabilità genetica e pongono le basi per affrontare le nuove sfide nella lotta alla malaria: dallo sviluppo di strategie di controllo genetico, allo studio di metodi per arginare il fenomeno, sempre più emergente, della resistenza agli insetticidi.(ANSA).