Il giugno del 2018 è stato il secondo più caldo mai registrato a livello globale, superato di appena 0,06 gradi dal giugno 2016. Anche in Europa si sono registrate temperature ben oltre la norma, dopo un maggio di caldo record che ha arroventato soprattutto la Scandinavia, mentre la parte mediterranea veniva flagellata da piogge e temporali più abbondanti della media. E’ quanto emerge dall’ultimo bollettino sulla ‘febbre’ del Pianeta stilato dal Servizio per i cambiamenti climatici (C3S) del programma europeo di osservazione della Terra Copernicus.
“La temperatura globale registrata nel giugno 2018 è stata ben al di sopra della media, in linea con il trend in crescita di 0,18 gradi per decade osservato a partire dal 1979”, riportano gli esperti. “Giugno 2018 è stato più caldo di circa 0,4 gradi rispetto alla media dei mesi di giugno dal 1981 al 2010, ed il secondo giugno più caldo mai registrato, anche se con un piccolo margine di distacco: è stato più fresco di 0,06 gradi rispetto a giugno 2016 e più caldo di soli 0,01 gradi rispetto ai mesi di giugno del 2015 e 2017”.
Anche gran parte dell’Europa ha sudato in questo giugno 2018, con temperature superiori alla media registrata nei mesi di giugno tra il 1981 e il 2010: valori record o quasi sono stati raggiunti in particolare su Irlanda e Gran Bretagna. Questo dopo un maggio rovente (il più caldo mai registrato in Europa, con ben 2,5 gradi sopra la media) e più bagnato del solito, soprattutto nelle regioni meridionali colpite da intense piogge e temporali che hanno causato seri danni all’agricoltura in Italia, Francia e Grecia.
Allargando lo sguardo sul resto del pianeta, le temperature di giugno 2018 sono state eccezionalmente alte su gran parte del nord della Siberia; si sono mantenute ben al di sopra della media anche su Stati Uniti, Canada centrale, nord Africa, Medio Oriente e Cina settentrionale.