Ha iniziato come pretore a Caulonia, poi nella Pretura della frazione reggina di Gallina, quindi giudice del Tribunale di Reggio Calabria, poi presidente di sezione fino a presidente, prima di essere nominato, nel 2016, presidente della Corte d’appello di Reggio. Dopo oltre 43 anni di servizio, compiuti i 70 anni Luciano Gerardis lascia il servizio.
Gerardis, incontrando i giornalisti ha sottolineato il ruolo della stampa. “In questi anni – ha detto – forte è stata la collaborazione, nell’assoluto rispetto dei ruoli. E questo nell’ambito di quel rapporto forte che abbiamo voluto instaurare con la società civile. Le nostre pronunzie vengono fatte nel nome del popolo italiano e penso che il Popolo debba essere informato delle cose che facciamo in suo nome. È un segno di democrazia e trasparenza. La stessa che abbiamo avuto nello spiegare le problematiche di questo ufficio, che ha sofferto anni complicati, al di là delle vicende degli attentati contro la Procura Generale e il procuratore Salvatore Di Landro. Sono stati anni problematici di copertura e di adeguatezza degli organici per potere affrontare una giurisdizione qualitativamente diversa, quella della ‘ndrangheta che richiederebbe forze ben maggiori. Ho fatto la mia parte e l’ho fatta in coerenza con i miei valori”. Gerardis ha ringraziato Ordine forense, personale amministrativo, magistrati “elementi importanti di un gioco di squadra” e gli organi centrali della Magistratura per l’attenzione al Distretto, “uscito dal cono d’ombra in cui si trovava 15 anni fa e sottolineato dalla presenza del Ministro Cartabia all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario”.
Un pensiero lo ha dedicato alla moglie Lilia Gaeta, magistrato come lui, scomparsa il 18 novembre. “Un modello assoluto di magistrato – ha detto – Penso di dovere moltissimo a lei, per tutto quello che ha rappresentato. Lavorando con umiltà ed in silenzio, ha presieduto, gestito e scritto le sentenze, contemporaneamente, di due importanti processi di ‘ndrangheta, Crimine e Duisburg”. In futuro Gerardis si dedicherà alla cittadinanza attiva: “Vorrei riprendere l’impegno di Lilia che anche stando male si è spesa per il riconoscimento dei diritti dei malati”. (ANSA).