Bilancio critico per la Goletta Verde di Legambiente, rientrata in porto ieri da un viaggio iniziato il 22 giugno dalla Liguria e terminato in Friuli Venezia Giulia.
Solo il 52% dei 261 punti campionati dai tecnici in aree a rischio, come foci e porti, nelle 15 regioni costiere italiane è risultato entro i limiti di legge; il restante 48% è invece “fortemente inquinato” (39%) e “inquinato” (9%) e la causa di questi risultati è da attribuire alla mala depurazione. Di mancanza di depuratori soffrono vaste aree del nostro Paese e per questo l’Unione europea ha emesso due condanne e avviato una terza procedura d’infrazione.
Il monitoraggio di Goletta Verde prende in considerazione i punti a “maggior rischio” di inquinamento, individuati dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente e dei cittadini attraverso il servizio SOS Goletta.
Le foci dei fiumi, dei canali, dei corsi d’acqua, gli scarichi sospetti e altri punti critici rappresentano il 57% dei punti campionati dai tecnici di Goletta Verde e sono i luoghi dove si concentrano le maggiori criticità: su 149 foci monitorate, 106 (il 71%) sono risultate “fortemente inquinate” (il 61%) e “inquinate” (il 10%). Il 43% dei punti campionati sono, invece, spiagge. I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli).
“La grande opera pubblica di cui non si parla mai nel nostro Paese è il completamento della rete fognaria e di depurazione delle acque reflue – dichiara il direttore generale di Legambiente Giorgio Zampetti -. La mala depurazione è un’emergenza ambientale che va affrontata con urgenza, visto che siamo anche stati condannati a pagare all’Ue una multa da 25 milioni di euro, più 30 milioni ogni sei mesi finché non ci metteremo in regola”.