“Le Aziende ospedaliere catanzaresi non appartengono soltanto al capoluogo di provincia bensì a tutti i calabresi, attesa la loro attrazione della domanda di salute che va ben oltre l’area di competenza”. Lo afferma il consigliere regionale Orlandino Greco, presidente del Gruppo Consiliare “Oliverio Presidente”.
“Proprio per questo motivo – prosegue – ogni cambiamento che incida su di esse necessita una preventiva e attenta valutazione; un accurato studio previsionale su quanto si offre e su quanto si riuscirà ad erogare in termini di livelli di assistenza ospedaliera. Il servizio sanitario regionale merita tutto questo al fine di evitare, prioritariamente, peggioramenti dell’offerta e assicurare effetti migliorativi. Da qui, la necessità di evitare i ritardi e le disattenzioni registrate sino ad oggi in un importante appuntamento qual è quello della generazione di una azienda ospedaliera unica di Catanzaro. Mi risulta, infatti, incomprensibile, così come alla gran parte dei nostri corregionali, il pressapochismo con il quale i tecnici regionali hanno tolto, con il loro operato, nobiltà alla ratio dei sei consiglieri che hanno inteso proporre la formazione a Catanzaro di una azienda ospedaliera, oggi al vaglio della 3a Commissione consiliare. Non è concepibile, infatti, una burocrazia che faccia passare per incompetenza un ceto politico che, con tutti i difetti possibili, sta compiendo grandi sforzi per sistemare le rovine del passato. Integrazione è un vocabolo sconosciuto al diritto, nel senso che non rappresenta uno strumento cui potersi riferire nell’ambito dell’interesse cui i sei colleghi consiglieri hanno inteso porre la loro attenzione. Mettere insieme la azienda ospedaliera “Pugliese Ciaccio” e quella universitaria “Mater Domini” non è un gioco da ragazzi. In quanto tale avrebbe richiesto una maggiore attenzione sulle formule cui riferirsi, che avrebbero di certo impedito, se ben individuate, l’inutile decorso di quattordici mesi ai quali ha fatto riferimento il commissario Scura nella seduta della terza commissione consiliare, tenutasi il 13 scorso, addebitandone le colpe agli enti interessati e alla burocrazia coinvolta. Per individuare la soluzione, sarebbe bastato leggere gli articoli pubblicati a firma del prof. Jorio e del prof. Caterini sul Corriere della Calabria, ai quali il commissario ad acta ha fatto “anonimo” riferimento, ammettendo così di essere stato un corresponsabile del ritardo accumulato, in considerazione che è stato anch’egli impegnato per quattordici mesi a parlare di una inammissibile e inapplicabile integrazione piuttosto che di una fusione per integrazione, alla quale ha fatto altresì riferimento la nota di ieri, a firma del direttore della Fondazione Trasparenza di Cosenza. Quanto accaduto costituisce la parzialità e l’incompetenza di chi è stato inopportunamente preposto a scrivere in Calabria gli strumenti fondamentali sui quali si dovrebbe poggiare il miglior esercizio del governo regionale. Non è possibile continuare così, né tampoco finire in questo modo la vigente legislatura. Quanto alla fusione delle aziende ospedaliere catanzaresi, ritengo che siano da salvaguardare soprattutto le posizioni e le carriere di quei medici che, nella “Pugliese Ciaccio”, hanno dato il cuore e l’anima, tanto da farla diventare un consolidato riferimento per tutta la regione. Prima, quindi, di aprire le danze della fusione, che comporta non pochi adempimenti giuridici ed economici, ben vengano le consultazioni a largo raggio – con i sindacati in primis – perché le cose si facciano meglio di come si son fatte sino ad ora. Alla Regione, poi, il compito di rintracciare un manager da predisporre alla Azienda che uscirà dall’esito procedurale della fusione, che possegga (finalmente) gli attributi necessari per far sì che quanto di peggio accaduto sino ad oggi rappresenti per tutti noi solo un fastidioso ricordo”.