«Nel fine settimana – ha spiegato la senatrice pentastellata – insieme al Deputato Francesco Forciniti – ho incontrato ai Laghi di Sibari, nella sede dell’associazione “Laghi di Sibari”, una delegazione composta dai membri dell’omonima associazione, della “Lega navale”, e di “VelaSi”, oltre ad un gruppo di cittadini e imprenditori della zona. L’incontro è stato finalizzato a discutere di un’istanza importante per i pescatori della Marineria di Schiavonea e cioè della possibilità di poter tirate a secco le proprie navi nel periodo di fermo biologico nel porticciolo turistico del Laghi di Sibari». Nei giorni scorsi, infatti, la Abate aveva incontrato una nutrita rappresentanza dei pescatori che lavorano nel Porto della Marina di Schiavonea per ascoltare le loro impellenze e conoscere l’imponente struttura ausonica, ma, soprattutto, capire dove si può e si debba intervenire per permettere ai pescatori e alle loro famiglie di sperare in un futuro migliore dopo anni in cui sono stati lasciati in balia dell’incertezza e dei pochi investimenti. Tra i molteplici problemi segnalati da loro c’è, soprattutto, il disagio di non poter usufruire della struttura portuale in alcun modo che, allo stato attuale, «è una cattedrale nel deserto». L’impianto, infatti, è completamente privo di tutti i servizi: acqua potabile, energia elettrica, allaccio alle fogne e nessuna forma di raccolta rifiuti. Non esistono nemmeno gli appositi contenitori per la raccolta differenziata (plastica) e dei rifiuti speciali (olio esausto).
«Sicuramente – continua la Abate – non ci lascia tranquilli il nefasto piano di costruire nel nostro porto un hotspot per l’accoglienza dei migranti. Progetto al quale noi del M5S ci stiamo opponendo anche perché sono state individuate una serie di soluzioni tecniche strutturali poco opportune e al limite della legalità. Gli scarichi fognari e l’approvvigionamento dell’acqua, ad esempio, avverrebbero con dei sistemi discutibili e molto poco igienici non solo per i migranti ma anche per tutta la popolazione del posto. Tanto meno il progetto portato avanti dai fautori della fusione Corigliano-Rossano che vorrebbero il nostro scalo “aperto” alla Via della Seta. Noi, invece, lo immaginiamo come “porto sicuro” a servizio della bella e antica flotta peschereccia di Schiavonea e scalo turistico dove far attraccare le ammiraglie delle flotte da crociera, essendo uno dei pochi scali in cui sono possibile le manovre delle navi di grande portata e dimensione».
I pescatori, in sede di riunione, lamentavano anche il fatto che nel periodo di fermo biologico, sono costretti a tirare a secco le proprie navi in porti molto lontani da quelli di Corigliano e spendere diversi soldi per poter riportare poi le barche in città. Dall’incontro è emersa l’esistenza di un progetto che risolverebbe due gravi problemi che affliggono la Sibaritide e le città di Corigliano Rossano e di Cassano Jonio. Si lavora, infatti, per mettere fine all’insabbiamento del Canale degli Stombi che permetterebbe alla marineria ausonica di usare i cantieri nautici del complesso turistico cassanese per tirare a secco le loro barche. Una situazione attualmente impraticabile perché nei Laghi possono entrare solo barche con un pescaggio inferiore a 1,30 metri mentre un peschereccio a bisogno di almeno 2 metri di profondità per poter navigare senza incagliarsi. Senza contare che questo porterebbe anche al rilancio turistico di tutta l’area. «Nei prossimi giorni – ha concluso la Abate, membro della commissione permanente del Senato “Agricoltura”, che comprende anche la pesca – incontrerò i commissari di Cassano e la Capitaneria di porto per perorare questa importante causa. La risoluzione di questa situazione che va avanti da quasi vent’anni risolverebbe pure la vicenda dell’insabbiamento del Canale delle Stombi. Anche questo intervento servirà a smontare il disegno grave che ha portato Corigliano e la Sibaritide all’isolamento più totale. Valuterò anche tutti gli atti e le attività che hanno interessato il canale fino ad oggi. Rinnovo il mio impegno con i pescatori di Schiavonea affinché tutti i loro bisogni verranno portate da me nelle sedi competenti».