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Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani da più anni è impegnato a sensibilizzare la classe politica su tali tematiche

Redazione

 

Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani in occasione delle dichiarazioni rilasciate a Pozzallo dal ministro del Lavoro on. Luigi Di Maio, in merito al rientro dei docenti fuorisede, le cui palesi difficoltà economiche ed affettive sono state adeguatamente evidenziate dallo stesso, fa presente che il Coordinamento da più anni è impegnato a sensibilizzare la classe politica su tali tematiche. In base ad una nostra recente analisi, abbiamo appurato che per la classe di Concorso A046 – discipline giuridiche ed economiche – solo 25 docenti hanno avuto il trasferimento interprovinciale. Le regioni che hanno fatto registrare il maggior numero di trasferimenti sono state la Puglia con 8 unità pari al 32%, la Sicilia con 7 pari al 28% e la Basilicata con 3 pari al 12%. Per quanto riguarda le province, sono Foggia, Brindisi e Potenza con 3 trasferimenti, pari al 12%, a evidenziare i valori maggiori. I dati in oggetto  illustrano una situazione molto preoccupante, in quanto la classe di concorso in questione risulta penalizzata rispetto alle altre, circa la possibilità di ottenere il trasferimento. In diversi comunicati ci siamo premurati di suggerire alcune modalità, attraverso le quali sboccare tale stato di cose. Inutilmente.

La classe di concorsoA046, già bistrattata dai governi precedenti, “vanta” anagraficamente primati negativi, determinati da tagli e ridimensionamenti ingiustificati, in quanto la maggior parte dei docenti fa registrare un’età media intorno ai cinquant’anni. A tal proposito, si spera che possano arrivare quanto prima risposte e provvedimenti costruttivi per tutti gli insegnanti in difficoltà e le loro famiglie. Dalle innumerevoli lettere pervenute al nostro Coordinamento, risulta manifesto che le spese degli insegnanti fuori sede assorbono quasi tutto lo stipendio, situazione che comporta frustrazione e malessere generalizzato con evidenti conseguenze sullo stato di salute dei singoli docenti e sull’efficacia ed efficienza nell’esercizio della professione docente.

Facilitare l’avvicinamento dei docenti fuori sede alle proprie città di residenza non costituisce una mera opera di assistenzialismo buonista, ma consentirebbe anche di arrestare un circolo vizioso di depauperamento in atto nel nostro Mezzogiorno, incentrato sullo spopolamento, sul “malessere demografico”, sull’infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia legale e sulla riduzione dei consumi. Accorciare il divario tra Nord e Sud passa anche da interventi di tal genere, mirati a creare cultura e ricchezza in zone fortemente arretrate. In tal senso, molte regioni hanno condiviso le istanze dei lavoratori della scuola e sono state prospettate diverse soluzioni per limitare gli effetti della mobilità.

In passato, nei ripetuti incontri con soggetti istituzionali, abbiamo avanzato una soluzione rispetto al problema enunciato, che corrisponde all’utilizzo, anche nelle scuole di primo grado, del personale scolastico in oggetto, per potenziare l’area della legalità nelle aree svantaggiate del nostro Paese. Sappiamo bene che una riforma strutturale nell’immediato non è praticabile, ma siamo anche consapevoli che la politica e i suoi rappresentanti possono trovare, se vogliono, sulla scorta di precedenti già acquisiti, la giusta via.

In molte regioni, ad esempio, i contratti individuali di lavoro a tempo indeterminato nell’anno scolastico 2015 / 2016 sono stati siglati tra i dirigenti scolastici della scuola secondaria di primo grado, delegati  dall’Ufficio Scolastico Regionale. Oggi molti docenti sono impegnati nel potenziamento in seguito delle assunzioni della legge 107 del 2015; in molti casi si verifica una presenza maggiore di personale nelle regioni del Nord rispetto a quelle del Sud d’Italia. A tal proposito, chiediamo che venga effettuato dal MIUR un monitoraggio delle risorse in campo, per favorire una maggiore presenza dei docenti nelle realtà altamente degradate e disagiate, che trarrebbero grande vantaggio dalle strategie didattiche elaborate da personale assunto ad hoc.

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