Il Parco della Biodiversità Mediterranea è indiscusso patrimonio dell’intera comunità, non solo calabrese. Negli ultimi quattro anni, a causa della drastica riduzione dei fondi a disposizione per la gestione e la manutenzione ordinaria, l’Amministrazione Provinciale di Catanzaro, guidata dal presidente Enzo Bruno, ha corso il rischio di vedere compromesso il capitale artistico e naturalistico di questo “gioiello”. Per mesi abbiamo sentito parlare di legge di riforma Delrio, di Finanziaria 190/2015, di comma 9 legge 56, di funzioni residuali tra cui rientrava proprio la gestione del Parco della Biodiversità Mediterranea: ma tirando le somme si capiva solo una cosa, per mantenere quella struttura i fondi erano risicati, se non inesistenti. Un momento di transizione, quindi, in cui l’Amministrazione Bruno tra difficoltà normative e finanziarie non solo ha garantita la manutenzione ordinaria, ma ha lavorato con grande passione – e anche inventiva e creatività – per mantenerne la fruizione nella sua bellezza artistica e naturalistica, rilanciandolo nella sua funzione ludico-ricreativa, arricchito con nuove strutture attrattive e funzionali. Un Parco “aperto” in tutti i sensi in cui hanno trovato spazio la vocazione sociale, come nel caso delle attività delle varie associazioni di volontariato che hanno avuto una importante vetrina allestendo gazebo informativi, le attività artistiche e culturali (centinaia le presentazioni di libri e i convegni ospitati nella sala conferenze del Musmi), per non parlare di quello che è diventato “Settembre al Parco”: registrando per ogni edizione circa 60 mila presenze, la kermesse è diventata da manifestazione musicale un vero e proprio progetto culturale multidisciplinare, coinvolgendo anche le scuole di ogni ordine e grado che, comunque, frequentano il Parco anche durante l’anno, ogni giorno. Una manifestazione che ha saputo unire la didattica all’intrattenimento all’insegna della parola chiave: natura. Quello vissuto in questi anni, quindi, è stato un Parco aperto, anche a quelle realtà apparentemente fuori contesto come i laboratori teatrali, a tutti i cittadini e in tutte le forme di aggregazione positive e propositive.
Le parole che ci vengono in mente, quindi, pensando al Parco per come è oggi sono prima di tutto “cultura”, per le tante mostre e gli artisti di caratura internazionale che hanno animato i giardini, i viali e il Marca Open arricchito dalle opere di Meggiato, Linn e altre importanti installazioni; “memoria”, per come si è voluto omaggiare la storia di personalità illustri della nostra regione intitolando uno spazio; “sport”, per come sono stati sempre mantenuti e ripuliti i percorsi fitness. Ci vengono in mente altre belle parole per descrivere il Parco della Biodiversità per come è oggi, ma tra queste sicuramente non c’è “degrado”, contro cui le maestranze, gli operai, e la classe dirigente guidata dal presidente Bruno hanno lottato quotidianamente non solo facendo i conti con le risorse inesistenti, ma anche con la continua inciviltà che ha minato in più di una occasione la sicurezza e la bellezza di una struttura che appartiene a tutti. Gestire e amministrare con tanti fondi a disposizione è sicuramente più semplice che rincorrere il minimo sindacale per garantire l’ordinario senza compromettere la qualità dei servizi. Anche per questo concetto ci viene in mente una parola da aggiungere al racconto di questi ultimi quattro anni che, ancora una volta, non è “degrado” ma semplicemente “miracolo”.
Fondazione Rocco Guglielmo
ANMIL – Calabria
UISP
UDI
Cittadinanzattiva – Tribunale diritti del Malato
Baco Resistente
Acli Arte e Spettacolo – Nuova scena
Acli Città del Vento
Scuola di Teatro “Emilio Corea”