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Il ruolo fondamentale della prevenzione nelle patologie urologiche.

Redazione

“L’Amministrazione comunale vuole stare vicino ai cittadini ed aiutarli in un momento in cui la crisi della sanità è sotto gli occhi di tutti. Vogliamo che Cosenza diventi, pian piano, la città della prevenzione. Per migliorare la salute e la qualità della vita sono necessari un’alimentazione sana, un’adeguata attività sportiva, un ambiente vivibile. Noi medici non dobbiamo utilizzare solo i farmaci, ma dobbiamo motivare i pazienti a prendersi cura del proprio corpo, ma anche della propria anima. Dobbiamo fare nostro il principio “Io mi voglio bene”.
Lo ha detto, nell’intervento con il quale è stato aperto questa mattina, nella Sala “Quintieri” del Teatro “Rendano”, il convegno “Prevenire è meglio che curare” sulle patologie urologiche, Maria Teresa De Marco, Presidente della commissione sanità del Comune di Cosenza che ha promosso l’iniziativa insieme alla Fondazione “Totò Morgana” che si occupa prevalentemente di solidarietà e prevenzione uro-andrologica.
Ospite dell’importante convegno medico, il Prof.Marco Serrao, Presidente della Fondazione “Totò Morgana” e responsabile dell’Unità Operativa di Urologia della Clinica “Tricarico” di Belvedere Marittimo.
“Abbiamo pensato – ha sottolineato ancora la Presidente della Commissione sanità Maria Teresa De Marco – di organizzare delle giornate di informazione e di screening per promuovere e favorire la diffusione della prevenzione, concetto antico che affonda le sue radici sin nell’antica Grecia. Negli anni la definizione di prevenzione si è sensibilmente modificata: da attività che mira semplicemente a prevenire l’insorgenza delle malattie, oggi viene considerata come intervento, o insieme di interventi atti a promuovere la salute e, quindi, il benessere individuale e collettivo”. L’iniziativa della Commissione consiliare sanità ha inteso aprire un focus sulle prevenzione primaria e secondaria, “laddove la prima – ha spiegato De Marco – ha come target la popolazione sana ed ha l’obiettivo di mantenere lo stato di salute evitando che il fattore di rischio o l’agente eziologico di malattia incontri la persona. Nella prevenzione secondaria il target, invece, è rappresentato dalla popolazione a rischio ed ha l’obiettivo di limitare il danno di patologie già insorte, ma clinicamente non manifeste. Diagnosi precoce e screening in questo caso rappresentano lo strumento cardine per intervenire con tempestività.
In campo urologico – ha aggiunto la Presidente De Marco – le patologie più subdole sono asintomatiche. Dai dati risulta che a 14 anni il 60% delle donne ha già effettuato una visita ginecologica, mentre i maschi che si sono sottoposti a visita urologica sono meno del 4%. Molto numerosi risultano, purtroppo, tra i giovani, i casi di tumore ai testicoli che, se viene diagnosticato con tempestività, ha il 99% di possibilità di essere  sconfitto. La Società Italiana di urologia raccomanda pertanto di effettuare una visita urologica per ogni fase della vita (pubertà, età adulta e terza età) ed un controllo, da parte dei genitori, del normale sviluppo dell’apparato genitale dei bambini”.
Di particolare interesse la relazione del prof.Marco Serrao che ha focalizzato inizialmente l’attenzione sul dilemma delle patologie prostatiche molto diffuse.
“La patologia prostatica – ha spiegato molto bene Serrao – è in agguato quando si verifica un’ostruzione al passaggio delle urine e quindi una minzione ad alta pressione e a basso flusso e quando non si riesce a svuotare il residuo post minzionale. Occorre, pertanto, arrivare ad una corretta diagnosi e ad una valutazione dei sintomi”.
E ciò che rappresenta l’esame principe e quello più importante in assoluto è l’esplorazione rettale. In casi particolari è anche importante tenere un diario minzionale. Serrao ha indicato nell’età compresa tra i 50 e i 75 anni quella più critica per l’insorgenza di patologia benigne, come l’adenoma prostatico, o del vero e proprio cancro prostatico. Ha anche sfatato qualche luogo comune. Per esempio ha, contrariamente a quanto comunemente si crede, sottolineato che “l’aumento del PSA non è la cartina di tornasole per la diagnosi di cancro della prostata, ma è solo uno dei tanti tasselli a nostra disposizione, da valutare insieme ad altri fattori”.
Il prof.Serrao ha poi dato delle linee guida: tutti gli uomini che hanno compiuto i 50 anni, anche in assenza di sintomi, devono sottoporsi a visita urologica. Se c’è familiarità per tumore prostatico anche a 40 anni. Qualche perplessità l’ha espressa per la robotica che ancora non ha preso piede e che al momento è sostituita da meccanismi robotizzati che necessitano sempre di un operatore che deve sapere bene quello che fa, mentre le tecniche mini invasive, endoscopiche, sono molto diffuse, avendo quasi soppiantato quelle chirurgiche, anche se resta uno spazio, sia pure limitato, per la chirurgia open, nei casi in cui è necessaria. La seconda parte del suo intervento il prof.Serrao lo ha riservato, evocando la celebre canzone di Fiorella Mannoia, a “quello che le donne non dicono”. “Anche le donne hanno un apparato urinario – ha detto – e la conoscenza dell’apparato urinario e soprattutto del pavimento pelvico è essenziale”. Tra i disturbi più diffusi nella donna ha indicato l’incontinenza, la perdita involontaria di urina dall’uretra. Un disturbo che si manifesta in una donna su quattro di età compresa tra i 30 e i 60 anni. Molto spesso, però, le donne non ne parlano considerandolo un argomento tabù. “Ma l’incontinenza – ha aggiunto Serrao – non è una malattia, ma un sintomo. In questi casi è importante osservare il perineo femminile (il pavimento pelvico)  ed anche verificare il residuo post minzionale che non è mai un buon alleato”. L’iniziativa di oggi sarà seguita, il prossimo 13 luglio, da una giornata di screening gratuito in Piazza dei Bruzi. Per l’occasione, l’associazione di volontariato attivo e solidale Avas metterà a disposizione un’ambulanza per l’effettuazione dello screening.

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