Giovedi 29 novembre, una delegazione guidata da Angelo Sposato Segretario generale CGIL CALABRIA e da Bruno Costa Segretario generale della FLAI Cgil Calabria, composta anche da Celeste Logiacco, Segretaria Generale CGIL Gioia Tauro, Rocco Borgese, Segretario generale della FLAI Cgil di Gioia Tauro, Abdel Hafia responsabile per la FLAI CALABRIA del progetto “Mondo Aperto” a sostegno dei diritti umani, delle tutele e dei processi di inclusione dei migranti, e Atta Jacob della FLAI Cgil di Gioia Tauro coordinatore del gruppo “Sindacato di strada”, ha partecipato al Consiglio Territoriale per l’Immigrazione, svoltosi presso la Prefettura di Reggio Calabria, per affrontare le problematiche inerenti l’aria della Piana di Gioia Tauro, luogo in cui dove risiedono gli insediamenti (Baraccopoli) di circa 4000 cittadini stranieri regolari che da anni lavorano nelle aziende agricole del territorio. La discussione ha affrontato direttamente la questione dello smantellamento definitivo della baraccopoli, degli interventi necessari perché ciò si realizzi ed anche la questione riguardante il rafforzamento della Legge 199 del 29 ottobre 2016 per il contrasto al lavoro nero, allo sfruttamento del lavoro In agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo. Come sindacato, da tempo denunciamo come senza un adeguato controllo che regolarizzi il lavoro in un settore chiave per la Calabria e soprattutto per la Piana di Gioia Tauro, non sarà possibile intervenire sulle conseguenze che finiscono per incidere negativamente sulla dignità delle persone. A tal proposito, abbiamo proposto la sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa sul lavoro dei migranti stagionali in agricoltura, in continuità con quello già sottoscritto a maggio 2016 a livello nazionale, che affronti il contrasto al caporalato attraverso misure di potenziamento dei CPI locali con l’obiettivo di promuovere un collocamento pubblico in agricoltura (Legge 199/2016 e Legge regionale 3/2016) unitamente all’avvio di un servizio di trasporto pubblico in supporto della mobilità collegata al lavoro che copra il tragitto casa-lavoro. La gestione pubblica del collocamento nel settore stagionale in agricoltura ed il servizio pubblico dei trasporti possono essere due fattori fondamentali nel contrasto alla mercificazione della manodopera. In più, riteniamo necessario quanto urgente intervenire per risolvere la questione abitativa dei lavoratori stagionali in agricoltura per evitare e chiudere l’esperienza degradante, per le persone e per il territorio, delle strutture abitative spontanee che non salvaguardano né le condizioni di vita né quelle di salute e sicurezza dei lavoratori stagionali. A tal proposito, la Regione Calabria ha fatto sapere di aver già predisposto il progetto che incluso nel programma “Fami emergenziale” – e che si concretizzerà tra febbraio e marzo – per 100 moduli abitativi che ci auspichiamo possano rappresentare un segnale chiaro e risolutivo verso lo smantellamento delle baraccopoli. Ed in attesa che il progetto della Regione Calabria si concretizzi, abbiamo richiesto l’installazione, presso, la tendopoli di bagni chimici e docce. Come è ovvio, rimarremo vigili e monitoreremo costantemente l’evolversi della situazione, convinti come siamo che queste condizioni non possono più essere accettabili e che l’accoglienza e nell’integrazione devono essere negli anni un elemento strutturale e positivo nella nostra regione. Contrastare dunque la nascita di ghetti è un obiettivo primario e per questo proponiamo una collaborazione con le organizzazioni del terzo settore e con le parti sociali che fungano da ponte ed intermediatori fra la domanda e l’offerta dei servizi abitativi attraverso l’avvio di sportelli informativi ed itineranti per garantire una mappatura delle strutture abitative private ed incentivando locazioni regolari per diminuire, nel tempo, il numero di quelle assistenziali. Inoltre, l’utilizzo di beni confiscati alle organizzazioni criminali, attraverso il coordinamento della Prefettura e la collaborazione con gli altri Enti ed associazioni interessati, potrà essere una finalità pubblica e sociale rilevante per gestire l’integrazione di tutti i lavoratori agricoli stagionali che spesso finiscono a lavorare nel settore rinunciando ad ogni elemento di reale integrazione con il territorio in cui vivono. In ultima istanza, anche l’avvio di corsi di formazione per la sicurezza nei luoghi di lavoro organizzati dalla Regione Calabria finalizzati all’istituzione di un marchio etico dei Prodotti calabresi che tramite un bollino certifichi il prodotto e la sua filiera, certificando non solo la qualità del prodotto ma anche il rispetto dei lavoratori e delle lavoratrici che con la loro professionalità operano per renderlo tale, sarà un altro passaggio necessario per il quale come sindacato continueremo a batterci per rendere il mondo del lavoro agricolo più etico, in grado di garantire sia la qualità dei prodotti che la dignità dei lavoratori. L’impegno della Flai Cgil Calabria e della Cgil tutta, continuerà come sempre in questa direzione per avviare un processo di reale di cambiamento dello stato di cose attuali.
Immigrati, proposto Protocollo d’Intesa sul lavoro stagionale in agricoltura
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