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Incidenti stradali: 8.100 bambini morti in Ue, in dieci anni

Redazione

Oltre 8.100 bambini sono morti in incidenti stradali negli ultimi dieci anni nell’Unione europea. Nel solo 2016, i minori che hanno perso la vita sulle strade d’Europa sono stati 630. Emerge dall’ultimo rapporto del Consiglio europeo per la sicurezza dei trasporti (Etsc). Tra il 2014 e il 2016, in media, nell’Ue otto bambini ogni milione sono morti in incidenti stradali. L’Italia si inserisce tra i primi otto Paesi col tasso più basso di mortalità infantile sulle strade (6 morti ogni milione di bambini).

Le strade più sicure dell’Ue per i minori si trovano invece in Norvegia (3,2 bambini morti in incidenti stradali ogni milione), mentre il triste record di bambini che hanno perso la vita in incidenti stradali nell’Ue spetta alla Romania, con un tasso di mortalità (26,4 ogni milione) sette volte superiore alla Norvegia.

Nell’ultimo decennio, in media nei Ventisette la sicurezza stradale dei bambini è migliorata più rapidamente rispetto alla sicurezza stradale generale. Secondo il rapporto, infatti, la mortalità annua dei minori su strada nell’Ue tra il 2006 e il 2016 è diminuita del 7,3%, rispetto al 5,8% per le altre fasce d’età. Ancora meglio ha fatto l’Italia, dove i progressi sono stati sensibili: i decessi in incidenti stradali sono scesi dell’8,2% per i minori e del 3% per gli adulti. Le morti di bambini sulle strade europee rappresentano circa il 2,5% di tutti i decessi su strada, prosegue il rapporto. Il 46% delle morti infantili in incidenti stradali avviene su strade rurali, il 46% su strade urbane e il 7% sulle autostrade.

Tra i paesi più impegnati nell’innalzare gli standard di sicurezza stradale, Etsc promuove l’Italia. Il nostro Paese, certifica il rapporto, ha ottenuto buoni risultati dal programma ‘Vision Zero’ che prevede misure per i bambini, tra cui il miglioramento della visibilità nelle strade da loro percorse per andare a scuola e rientrare a casa, un uso migliore delle cinture di sicurezza e la responsabilizzazione degli adulti, che devono “compensare la bassa esperienza” dei minori nel traffico. Tra le buone pratiche intraprese dall’Italia per “incoraggiare i bambini a muoversi in sicurezza”, è citato anche il progetto Piedibus.

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