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INCONTRO 13 OTTOBRE 2018 SALA SAN BERNARDINO – CORIGLIANO ROSSANO

Redazione

Il GAV ringrazia i tutti presenti, porge il benvenuto ai parlamentari che hanno inteso accogliere il nostro invito limitatamente alla deputazione parlamentare calabrese di maggioranza M5S-LEGA, nel cui contratto di governo al punto 12 è prevista la riapertura dei Tribunali soppressi. 

Abbiamo appreso in questi ultimi giorni notizie discordanti e allo stesso tempo sconfortanti  riguardo la riapertura dell’ex Tribunale di Rossano. 

Da un lato l’impegno dell’On. Elisa Scutellà, componente della Commissione Giustizia, che in un intervento pubblico ha reso noto di essersi resa protagonista di una proposta, riscontrata la relativa copertura finanziaria, di inserire nella Legge di bilancio la riapertura dei Tribunali soppressi rispondenti a determinate caratteristiche, tra cui la problematica della criminalità organizzata e delle precarie infrastrutture, e tra questi l’ex Tribunale di Rossano; dall’altra le dichiarazioni rese dal Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede al XXXIV Congresso Nazionale Forense tenutosi a Catania che ha sottolineato come oggi non vi sia la possibilità né l’opportunità di riaprire i Tribunali chiusi. Ha tuttavia precisato che è in corso uno studio che ha lo scopo di individuare quei siti eccezionali in cui si è concretizzato un diniego della giustizia, con particolare riferimento ai Tribunali presenti nelle isole.   

Tanto premesso, il GAV  ritiene meritoria l’azione di questo Governo che ha introdotto nel contratto M5S-LEGA la riapertura dei Tribunali soppressi, altrettanto meritoria è da qualificare l’impegno  dei parlamentari della Sibaritide i quali sono riusciti, per la prima volta, dopo la chiusura del Tribunale di Rossano,  ad avanzare una proposta, nella Legge di bilancio, di una eventuale  riapertura dell’ex palazzo di  giustizia. 

Atto finora mai prodotto da precedenti forze parlamentari e per questo ci si auspica che dalle parole si passi ai fatti !

Tuttavia, il GAV mal comprende l’approccio culturale che s’intende dare alla questione del “caso Rossano”, che si ritiene limitativa perché circoscritta alla presenza della criminalità organizzata, ai disagi e alla carenza di infrastrutture. Manca all’appello uno degli aspetti più importanti e gravi dell’intera vicenda: l’ingiustizia subita e l’illegalità commessa da parte di organi dello Stato, mai accertate e che sono da ritenere tra gli elementi dominanti circa i rilievi di eccezionalità richiamati dal Guardasigilli a Catania.    

Gran parte della comunità è a conoscenza dei criteri e dei metodi farlocchi adottati dallo Stato nel lontano 2011/12 su cui è calato un vergognoso silenzio nonostante l’azione di lotta avviata dal GAV, unitamente ad altre forze, da ben tre anni, mediante due manifestazioni di protesta organizzate a Roma e dossier consegnati alle più alte cariche dello Stato, ivi incluso il Presidente della Repubblica, il Consiglio superiore della Magistratura e la Corte Costituzionale.    

Dal M5S e la LEGA il GAV si aspetta proprio questo: l’accertamento della verità. Si tratta di  forze politiche che, in campagna elettorale, sollevano i valori della  giustizia, dell’etica, della moralizzazione della gestione della cosa pubblica.  Eppure, quando si tratta di mettere mano ai criteri e ai metodi adottati dallo Stato mediante manovre oscure pur di giungere alla chiusura dell’allora presidio di Rossano si ha la sensazione del “condono”. E’ come se questa discussione la si ritenesse inutile, perché l’importante è la sola riapertura. 

Per il GAV non è così! Non vorremmo un domani annoverare tra i corresponsabili morali  anche le attuali forze di governo.  

Ripristinare il Palazzo di Giustizia di Corigliano Rossano sulla base di un processo di moralizzazione costituisce un messaggio forte anche su come dovrà essere gestito, nel caso di riapertura, in prospettiva il nuovo Tribunale. Riaprirlo solo per i disagi arrecati, per le distanze o per la criminalità organizzata non trasmette quel segnale necessario, su basi etiche,  alle masse. Riaprirlo invece perché è stata fatta giustizia significa trasmettere un messaggio forte non solo alle Istituzioni deviate, ma anche ai futuri magistrati, avvocati, rappresentanti della pubblica amministrazione che in parte, in un modo o in un altro si ritengono corresponsabili della discutibile nomea d’un tempo. Che è la stessa, se non peggio, distribuita tra i vari presidi di giustizia calabresi.  Abbiamo, quindi, bisogno di un segnale forte, di rigore, di ripristino della legalità, di pulizia del modo vecchio di gestire la cosa pubblica. Tanto più se si riscontrano palesi contraddizioni tra quanto si dichiarava nel 2011/2012 e le verità attuali circa la capienza o meno dell’attuale tribunale di Castrovillari concepito originariamente per una utenza decisamente diversa da quella attuale.  

Nel 2013, il gruppo di lavoro del Ministero della Giustizia attribuiva all’allora Presidente del Tribunale di Castrovillari la tesi secondo la quale gli attuali locali del presidio accorpante fossero in grado di ospitare l’intera ex circoscrizione jonica. 

Lo stesso Ordine degli Avvocati di Castrovillari, in due recenti note inviate agli iscritti ha sottolineato nella prima ” avuto riguardo della significata necessità degli uffici della Procura della Repubblica di Castrovillari di disporre di ulteriori spazi , prendendo atto della dichiarata difficoltà della Presidenza del Tribunale di comprimere gli spazi dell’Organo Giudicante per evitare lo spostamento al di fuori del Palazzo di Giustizia di settori dell’amministrazione giudiziaria ” conferiva incarico ad un ingegnere di porre in essere un attento studio per il recupero di ulteriori spazi fruibili. 

Attualmente sono in corso i lavori di ampliamento all’interno al Palazzo di Giustizia di Castrovillari al fine di ricavare, appunto,  nuovi spazi da destinare agli uffici della Procura. Nella seconda nota si evidenzia come vi siano domicili professionali particolarmente distanti dalla sede di giustizia,  richiamando località come Longobucco, Bocchigliero, Campana. 

Per il GAV è evidente che qualcuno ha mentito! 

E ciò costituisce un altro falso che, Istituzioni serie, avrebbero il dovere di verificare e accertare, poiché tale condotta favorì la l’ingiusta e paradossale chiusura del Tribunale di Rossano.  

In alcuni uffici del Tribunale di Castrovillari si rinvengono infiltrazioni d’acqua con il rischio di gravi danni ai fascicoli e, di conseguenza, ai procedimenti civili e penali. Stesse problematiche sono state evidenziate presso l’aula bunker, situata in una zona poco distante il Palazzo di Giustizia.

Già nel 2013 venivano inoltrate numerose istanze volte a conoscere e verificare lo stato di fatto e la sussistenza delle condizioni di agibilità, nonché le condizioni di sicurezza. A tal riguardo si sollecitava il Comune di Castrovillari, nonché tutti gli organi competenti, in ossequio alla Legge 241/1990, di poter accedere urgentemente agli atti relativi alla procedura per il rilascio dell’autorizzazione di agibilità, anche se parziale, del nuovo edificio da destinare a sede del Tribunale e di poter avere informazioni e copie dei documenti analiticamente specificati nelle diverse missive. Richieste rimaste inevase. 

Chissà a quali risultanze è pervenuta l’attività d’indagine successiva agli esposti depositati nel 2013 e nel 2014 anche presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Castrovillari!

Fatti dunque, mai chiariti! Nessuna risposta giunge dallo Stato quando si chiede il perché sia stato soppresso il Tribunale di Rossano, e non già il presidio di Paola, di Castrovillari o di Lamezia, tutte sedi logisticamente ben collegate ai capoluoghi di provincia. Sulla vicenda di Lamezia, così come riferito nel dossier inviato al Csm, desta scalpore l’articolo apparso su Gazzetta del Sud all’interno del quale si attribuisce all’ex sindaco Gianni Speranza una dichiarazione che conferma il sistema anomalo entro cui è avvenuta la chiusura di Rossano mediante l’ingerenza di forze politiche che non hanno guardato all’interesse nazionale, ma badato agli interessi dei singoli territori, determinando un danno all’erario (costi maggiorati di trasferte e disagi nell’utenza).  

Si precisa che il GAV è sempre stato contrario alla chiusura di Tribunali in Calabria. 

Come si possono lasciar cadere nel vuoto testimonianze come quelle rese dall’ex  Ministro agli Esteri Angelino Alfano che, nella qualità di segretario dell’ex Pdl, ammetteva l’esistenza di un grave errore e che Rossano avrebbe dovuto essere riaperto mediante dei correttivi. 

E’ evidente che questa comunità, l’intera comunità è stata vittima di un complotto e di successivi raggiri! 

Di  una vera e propria congiura come emerge dalle seguenti dichiarazioni apparse sulla stampa al tempo. 

Di seguito il testo: “il Presidente della Commissione Giustizia del Senato, Francesco Nitto Palma, ha telefonato stamani al sen. Antonio Gentile informandolo che “nell’ambito dei decreti attuativi di razionalizzazione degli uffici giudiziari, il Tribunale di Rossano manterrà la sua funzione e non sarà soppresso”. “Si conclude una lunga battaglia politica e parlamentare che ci ha visti in prima persona protagonisti di questa vicenda -ha detto il sen Gentile”. 

Andrea Orlando – nella redazione del programma elettorale 2013 del PD si era impegnato, a chiare ed esplicite lettere, che andavano corrette delle macroscopiche storture conseguenti alla  revisione della geografia giudiziaria, sicché dovevano essere riaperti i Tribunali di Rossano, Lucera, Chiavari, Bassano del Grappa, Pinerolo e Tolmezzo . Lo stesso Orlando, sia nei pubblici incontri precedenti alla sua nomina a Ministro, sia quelli successivi, ha sempre manifestato l’opinione che particolarmente la soppressione di Rossano e il suo accorpamento a Castrovillari era da rivedere poiché frutto di un evidente errore .

Rosi Bindi – sia prima che dopo la nomina di Presidente della Commissione antimafia, a Rossano, a Cosenza, a Reggio Calabria e in ogni dove, ha sempre affermato che la peculiarità del territorio del circondario di Rossano, caratterizzato da una pesante presenza della criminalità organizzata, necessitava di un decreto correttivo e del suo ripristino.  “Forse è  l’ On.le Santelli ( già sottosegretario alla giustizia, nonché espressione politica di Paola sede di un Tribunale calabrese, guarda caso non soppresso)  che deve informarsi. La riapertura del Tribunale di Rossano, chiuso a causa del gioco delle tre carte, praticato dalla signora Iole a favore del Tribunale di Paola, è nel programma del Partito Democratico. Lo sanno bene i Calabresi e soprattutto i cittadini di Rossano“ (fonte PD www.pdcalabria.net del 17.2.2013).

Angelino Alfano – “Il nostro Governo, il prossimo nostro Governo, sicuramente si farà carico di risolvere la questione del Tribunale di Rossano. Sono stati commessi degli errori nei decreti attuativi del riordino delle circoscrizioni giudiziarie. Il più grave di questi errori riguarda Rossano, dunque noi pensiamo di dover intervenire immediatamente quando torneremo al Governo per alcuni correttivi; non va cancellato tutto il riordino delle circoscrizioni …ma vanno corretti alcuni errori, il primo che occorre correggere è quello che riguarda Rossano” ( fonte Ansa – Agi  – Rai 3 in occasione della campagna elettorale in data 20.2.2013  a Corigliano Calabro) .

Nitto Palma – “Nell’ambito dei decreti attuativi di razionalizzazione degli uffici giudiziari, il tribunale di Rossano, manterrà la sua funzione e non sarà soppresso“ (fonte Guida al Diritto del 2.9.2013) .

Marco Minniti – già sottosegretario ai servizi segreti, sia nella sua venuta a Rossano in occasione di convegno in data 22.12.2012 nell’Aula Magna del Tribunale  e in numerosi altri incontri, affermava ripetutamente che Rossano non doveva essere soppresso e, dopo la sua soppressione, che si trattava di un errore madornale da correggere.

Enrico Buemi –  “Tribunale di Rossano, per giustificare la chiusura sono state fatte carte false. I numeri non sono serviti rispetto all’efficacia dei poteri trasversali! Ma non potrà mai essere garantita giustizia attraverso un evidente ingiustizia …” (Fonte www.cn24tv.it del 21.6.2014) .          

Lorenzo Cesa –  “ Quello che posso fare io da Parlamentare europeo eletto in Calabria, eletto nel Sud, è portare in Parlamento Europeo nella Commissione petizioni l’argomento del Tribunale di Rossano , che è uno strumento di pressione da parte dell’Europa sul Governo italiano. Questo è quello che farò nei prossimi giorni…” ( Fonte Ansa del 18.05.2017) .       

Ciò basta per affermare e condividere che per la chiusura del Tribunale di Rossano siano state fatte carte false.

 Oggi la terza città della Calabria Corigliano Rossano è paradossalmente sprovvista di un Tribunale e accorpata a una città di appena 21 mila abitanti. 

I carichi di lavoro sono insopportabili: si calcolano rinvii di udienze a due anni, con grave danno e nocumento per l’utenza. 

Le sopravvenienze sia civili che penali , risultano essere riferibili al territorio dell’ex circondario di Rossano secondo un rapporto almeno di 6 a 4 . 

La eccentricità di Castrovillari, oltre che a un dispendio di denaro ed energie private (avvocati, dipendenti, testimoni, fruitori privati del servizio giustizia) , comporta , altresì, un dispendio enorme di denaro pubblico  .

Lievita il costo di trasferimento delle forze dell’ordine e degli operatori di polizia giudiziaria , in termini di tempo e denaro, la necessità di recarsi quotidianamente presso la sede di Castrovillari che, come detto, da Corigliano Rossano dista un’ora d’auto e da quei paesi sopra citati, molto di più, fino ad oltre due ore.

Tali trasferimenti, che comportano un consistente dispendio temporale e l’utilizzazione di numerosissimi uomini e mezzi, privano il territorio, per un tempo insopportabile, del controllo e della presenza delle forze dell’ordine.

Anche l’onere derivante dagli accompagnamenti coattivi (molti testimoni per età o per indigenza non possono raggiungere Castrovillari), si aggiunge a tutti i disagi che si ribaltano sul territorio in termini di minor controllo della delinquenza.

Tutto ciò si ripercuote anche sulle lungaggini processuali che nel penale si traducono in un aumento a dismisura delle sentenze di prescrizione e nel settore civile in denegata giustizia, con rinvii sine die. In particolare, nel rito del lavoro, a causa dell’enorme carico di contenzioso proveniente dall’ex Tribunale di Rossano, l’incapiente Tribunale di Castrovillari non riesce a gestire il ruolo consistente di cause. Ed invero, detto rito, che prevede per le cause di lavoro l’immediatezza e l’oralità del giudizio, viene apertamente disatteso e violato, ritenuto che le prime udienze di trattazione vengono fissate a distanza di oltre due anni dal deposito dei ricorsi.  

In buona sostanza, la riapertura del Tribunale di Corigliano Rossano non solo rende giustizia e ripiana i numerosi disagi ma costituisce elemento di risparmio per le casse dello Stato, oltre al fatto che per le finanze sarebbe un’operazione finanche a costo zero. 

 IL GAV

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