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l Garante comunale ricevuto a Roma dal Garante Nazionale Mauro Palma e dal Collegio

Redazione
martedì 1 ottobre il Garante Comunale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale di Crotone, Federico Ferraro, è stato ricevuto a Roma  dal Garante Nazionale, il prof. Mauro Palma, nonchè dall’intero Collegio composto dalle dott.sse Daniela De Robert ed Emilia Rossi.
La visita del Garante Ferraro è stata l’occasione per concludere l’iter di incontri istituzionali avuti nei giorni scorsi a Crotone e per far presente a livello nazionale le potenzialità e le criticità che caratterizzano la situazione dei soggetti privati a qualsiasi titolo della libertà personale.
Dall’incontro sono emerse delle importanti linee guida che l’Ufficio dei Garanti segue a livello nazionale, al fine di affrontare le problematiche inerenti la carenza delle camere di sicurezza o ancora la mancanza di figure come i mediatori culturali, indispensabili, considerata la variegata gamma di etnie, lingue e culture che interessano i
fenomeni migratori in corso in questo periodo, e dunque, afferenti anche al tema della detenzione o altre forme considerabili come privazioni di libertà fondametali. Le competenze dei garanti si esercitano per legge nei diversi luoghi di restrizione della libertà : dal carcere, ai centri per migranti in attesa di rimpatrio, alle camere di sicurezza di temporanea sistemazione dei soggetti fermati od arrestati, fino ai luoghi di degenza in trattamento sanitario obbligatorio o di ricovero.
Il Garante nazionale  ha espletato numerose attività delicate, quali l’operazione di rimpatrio forzato, organizzata dalla Direzione centrale dell’immigrazione della Polizia di Stato, lo scorso novembre.
Durante l’incontro  tra il prof. Palma e  l’avv. Ferraro si è avuto modo di evidenziare l’importanza di realizzare iniziative di sensibilizzazione, in sinergia con  le locali autorità competenti, dedicate alla tematica del reinserimento sociale dei detenuti. In tal modo il sistema può svilupparsi e forse superare anche quello stesso attuale modello di privazione della libertà quale risposta al reato che sembra oggi unico ed ineludibile.

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