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La Cgil a Salvini: la ‘ndrangheta si combatte innanzitutto con il Lavoro

Redazione

“La scelta di svolgere a San Luca il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica in una villa confiscata alla ndrangheta è un gesto simbolico ma importantissimo di presenza dello Stato nel territorio locrideo, sostiene il Segretario Generale della Cgil Reggio Calabria – Locri Gregorio Pititto.

Si tratta di una iniziativa in continuità con l’azione dei governi precedenti – sottolinea Pititto – unitamente all’impegno tangibile profuso dalla magistratura e dalle forze dell’ordine, che negli ultimi anni hanno assestato colpi importanti contro le cosche operanti nel territorio metropolitano, aggredendo anche ingenti patrimoni. Alla Cgil è chiara la necessità delle misure di lotta e repressione del fenomeno mafioso attraverso azioni giudiziarie e di polizia; e certamente la nostra organizzazione sindacale chiede a Salvini di tenere alta l’attenzione sulla Calabria affinché la ‘ndrangheta, che ha fatto della violenza il mezzo per affermare la propria egemonia impoverendo ulteriormente una terra già povera, continui a sentire pressante l’azione dello Stato. Ma le è altrettanto evidente che la lotta alla criminalità organizzata passa anche attraverso azioni positive di rinnovamento del tessuto economico e sociale favorendo investimenti pubblici e privati.

Lo Stato deve farsi promotore di un Piano per l’occupazione per la Calabria che ogni anno perde migliaia di giovani in cerca di lavoro, la maggioranza dei quali emigrano per necessità e non per scelta. Una “fuga” che spesso inizia con la scelta della università, visto che il 32% degli studenti calabresi ha lasciato la propria terra optando per un ateneo del nord, come se i giovani calabresi si sentissero stretti in una morsa, da cui non vedono l’ora di liberarsi. La realtà effettivamente – prosegue Pititto – non induce un giovane ad immaginare il proprio futuro in Calabria; infatti anche là dove si crea qualche opportunità occupazionale troppo di frequente si tratta di lavoro povero, precario, indotto solo da incentivi e bonus e non da investimenti, quindi temporaneo. E naturalmente la recente reintroduzione dei voucher aggraverà questo contesto di precarietà dell’occupazione.

Assieme al diritto al lavoro la Cgil reclama il diritto alla salute. Le condizioni in cui versa la sanità calabrese sono note: un allarmante tasso di emigrazione sanitaria fa crescere in modo improduttivo la spesa, peggiorando la qualità di vita dei pazienti, mentre i professionisti del comparto si ritrovano ad operare in situazioni a dir poco critiche. Al ministro dell’Interno – dichiara il segretario generale – chiediamo pari attenzione per lo sviluppo infrastrutturale della Calabria, dato che l’economia non potrà adeguatamente crescere se non basandosi su un sistema di reti, logistica e mobilità all’avanguardia.

La Cgil – conclude Pititto – ribadendo l’esigenza di un’azione complessiva contro la ‘ndrangheta che punti tanto sulla repressione quanto sulla prevenzione investendo in lavoro, sanità, infrastrutture, mobilità, richiama l’attenzione del Governo sulla cultura, l’educazione e la formazione dei giovani calabresi. Infatti, la conoscenza nutre di bellezza e ricchezza una terra e difende come nient’altro i suoi abitanti dalla criminalità. Da anni chiediamo il tempo pieno scolastico per gli studenti calabresi. Sarebbe un autentico segnale di fiducia nelle potenzialità dei figli di Calabria che di certo non sognano territori e comunità militarizzati per sentirsi al sicuro, ma opportunità per esprimere il loro valore nella propria terra”.

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