Probabilmente la terna commissariale ha un concetto molto singolare del tempo. Non solo nel momento in cui scrivo ancora non è dato sapere quando riaprirà al pubblico il PalaSparti, ma si sta perpetrando una violenza inaudita alla nostra già fragile comunità. I giorni stanno passando inesorabilmente e, al di là di qualche fugace promessa, nulla si muove. Il Basketball Lamezia, dopo la splendida stagione scorsa conclusa con la storica promozione in serie B, è stata costretta ad iniziare il campionato in quel di Reggio Calabria con evidenti contraccolpi sportivi dovuti alla mancanza del calore dei propri tifosi. Addirittura la Royal Team di calcio femminile, dopo aver coronato il sogno della serie A1, ad oggi non ha idea di dove disputerà la prima gara di campionato interna in programma domenica prossima. Idem per quanto riguarda la Conad Volley che ai nastri di partenza della serie A2 non sa ancora dove disputerà le partite interne. Ma in questo momento voglio richiamare l’attenzione su una situazione ancor più grave. Quella che riguarda l’utilizzazione delle palestre scolastiche cittadine per svolgere i corsi di base e di avviamento nei più diversi sport.
Si sta verificando una situazione paradossale e grottesca per cui la mattina, durante l’orario scolastico, le palestre magicamente sono agibili ed utilizzabili dai nostri figli. Nel pomeriggio, con un colpo di bacchetta, diventano invece inagibili e chiuse a qualsiasi attività sportiva. Vorrei allora che fosse chiaro che si stanno ormai profilando all’orizzonte due danni inaccettabili: uno di natura occupazionale e l’altro più squisitamente sportivo ma dai risvolti futuri drammatici. Forse i commissari non sanno che nella nostra città ci sono tantissime associazioni che hanno fatto dello sport lo strumento per trasmettere ai bambini e ai ragazzi sani principi della sana competizione all’insegna del rispetto dell’avversario. E forse non sanno che affinché queste associazioni svolgano in pieno e compiutamente questa missione sportiva e sociale c’è bisogno di persone in carne ed ossa che assolvano a quella funzione. Il grido di allarme che voglio lanciare è che ci sono le ore contate. La disponibilità delle famiglie, che ovviamente non hanno nessuna colpa e sono anche esse vittime, è quasi finita. Tanti genitori di fronte all’assenza di luoghi in cui le associazioni sportive possano svolgere i corsi hanno già indirizzato i propri figli verso altri sport da svolgersi al chiuso in palestre private. Da qui a qualche giorno, se non c’è una svolta immediata, significa che tante società anche gloriose di basket, scherma, pattinaggio, pallamano, pallavolo dovranno chiudere i battenti. E tanti giovani e meno giovani perderanno il loro già precario lavoro. I commissari hanno contezza di tutto ciò? Ma accanto a questa conseguenza gravissima ce ne sarà un’altra ancor più devastante: tanti bambini ed adolescenti saranno costretti dalla totale assenza di risposte da parte delle istituzioni e dalla mancanza di disponibilità di strutture ad abbandonare lo sport. Magari alcuni, come già detto, sceglieranno altri sport da svolgere in luoghi e palestre private. Ma ci saranno certamente tanti bambini che invece lasciando lo sport passeranno più tempo davanti a smartphone, tablet e play-station con tutto ciò che ne consegue in termini di equilibrio psichico ma anche fisico. La Calabria è già oggi tra le primissime regioni italiane per obesità infantile. Per no dire degli adolescenti che, in assenza di un elemento sano di distrazione potrebbero prendere strade sbagliate e pericolose. Per non dire del fatto che nei prossimi anni le squadre sportive della nostra città, tanto a livello giovanile che studentesco, saranno destinate a perdere quel ruolo guida a livello regionale e in alcuni casi anche nazionale che per anni hanno rivestito. Pensate a che conseguenze potrebbe portare nel giro di pochissimo tempo questo muro di gomma rappresentato dal Comune in questo momento!!! Proprio per questo motivo rivolgo un ultimo e accorato appello innanzitutto alla terna commissariale. In assenza di un qualsiasi riscontro, ritengo che la gravità della situazione sia da un punto di vista sociale che occupazionale debba essere portata all’attenzione del Prefetto di Catanzaro.