L’educazione e l’istruzione sono fattori fondamentali della cultura di un popolo ed hanno un ruolo importante nella promozione della giustizia, dell’uguaglianza e delle libertà individuali e collettive.
Riteniamo, per questo, inaccettabili e pericolose l’intromissione e la minaccia politica quali strumenti di pressione nei confronti di insegnanti ed istituzioni scolastiche.
Ecco perché le dichiarazioni di Cerrelli e le sue minacce di segnalare al Governo un tema dato da un insegnante del Liceo Scientifico “Filolao” ai propri studenti rappresentano un abuso ed un pericoloso precedente.
La scuola, l’istruzione superiore a maggior ragione, ha il compito – arduo e per nulla facile – di formare le nuove generazioni, fornendo prima di tutto gli strumenti per poter riflettere ed elaborare un pensiero critico ed autonomo.
Così lo studio della storia è funzionale alla comprensione del presente e dell’oggi. L’esercizio didattico della critica storica e l’elaborazione di un pensiero critico attuale non possono essere oggetto di costrizione e/o dettami omologanti a seconda del colore politico al Governo. Cerrelli cerca di costruire il proprio consenso politico minacciando gli insegnanti che fanno il proprio dovere e non si uniformano al pensiero unico della maggioranza di governo. Lo fa additando un professore al suo ministro dell’Interno, il quale subito risponde additandolo come un professore che fa politica indebitamente a scuola.
Un tentativo vergognoso di “guadagnare” visibilità politica ed una qualsiasi candidatura.
La libertà di questo Paese e delle sue istituzioni non può essere piegata al nichilismo di nessuno e non è ammissibile che si antepongano la convenienza politica e la propaganda ai diritti ed alle libertà.
Giù le mani e le manette dalla scuola pubblica