Home » Legge elettorale: Via libera al Rosatellum 2.0 con 214 sì

Legge elettorale: Via libera al Rosatellum 2.0 con 214 sì

Redazione

Il “Rosatellum 2.0” passa al Senato con 214 si, 61 contrari, un astenuto. Dopo il via libera di ieri ai 5 voti di fiducia chiesti dal governo sui vari articoli del testo, il provvedimento, già approvato alla Camera diventa definitivo. Con la sua pubblicazione in Gazzetta ufficiale diventerà legge. Il capogruppo del Pd Luigi Zanda intervenendo in Aula ha manifestato il favore del Pd ad una eventuale fiducia anche sullo ius soli. Duro lo scontro dentro e fuori il Parlamento durante la discussione sul provvedimento dopo che ieri il Movimento cinque stelle ha manifestato in piazza contro la blindatura del provvedimento.

LE DICHIARAZIONI DI VOTO

M5S – “Questa è la legge bunga-bunga – afferma il capogruppo a Senato M5S – un’orgia di pluricandidati in cui l’utilizzatore finale è immancabilmente sempre lo stesso. Siete la stessa banda, voi senza idee, senza programmi, ma con il medesimo progetto, mantenere le poltrone per continuare a sfinire e spolpare una nazione allo stremo”.

ALA (Verdini) – “Rivendico con orgoglio tutto quello che abbiamo fatto – ha detto nell’Aula del Senato il leader di Ala Denis Verdini – il ruolo di supplenza che abbiamo svolto ignorando gli stupidi strali che ci arrivavano quotidianamente. Avremmo votato anche la stepchild così come voteremo il testamento biologico e abbiamo contribuito con orgoglio anche al mantenimento dei conti pubblici”.

FORZA ITALIA – “Oggi scriviamo una buona pagina per la storia della Repubblica – afferma il capogruppo di Forza Italia al Senato, Paolo Romani con questa legge poniamo le basi perchè la prossima legislatura sia stabile, capace di rispondere alle esigenze dei cittadini italiani. Oggi abbiamo evitato che si andasse al voto con i frutti di sentenze della Corte, testi non omogenei tra Camera e Senato, rilanciando con forza – conclude – il ruolo del Parlamento”.

Ieri i cinque voti di fiducia dell’Aula del Senato al Rosatellum. Ma c’è bisogno del supporto di 13 verdiniani di Ala per raggiungere il numero legale. Mdp, Si e M5s abbandonano.

Senza il voto di Mdp, dunque, la maggioranza non soffre sui voti di fiducia grazie anche alle molte assenze sul fronte dell’opposizione al momento del voto in Aula, soprattutto tra le file di Forza Italia e della Lega. Ma è in difficoltà per il raggiungimento del numero legale. Tant’è che in almeno tre voti di fiducia è stato decisivo il sostegno dei senatori di Verdini. Il “balletto” di assenze e presenze in Aula, al quale si è assistito soprattutto da parte dei senatori di FI, Ala, Lega e “Federazione della Libertà” per far abbassare o meno il quorum, ha garantito che il “Rosatellum” incassasse la fiducia, ma non è riuscito a camuffare più di tanto il perimetro incerto in cui sarà costretta a vivere la maggioranza in questo scorcio di fine legislatura al Senato, in vista delle votazioni sulla legge di bilancio.

Beppe Grillo arriva in piazza della Rotonda dove il M5s manifesta contro la legge elettorale. “Abbassate le bandiere, qui stiamo facendo una battaglia per tutto il popolo italiano“.

Sempre ieri in Aula l’intervento duro di Giorgio Napolitano in Aula.

Nel corso del suo intervento in Aula, l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha giudicato “Singolare e sommamente improprio il far pesare sul presidente del Consiglio la responsabilità di una fiducia che garantisse l’intangibilità della proposta in quanto condivisa da un gran numero di partiti.  Ma si può far valere l’indubbia esigenza di una capacità di decisione rapida da parte del Parlamento – si chiede Napolitano – fino a comprimerne drasticamente ruolo e diritti sia dell’istituzione sia dei singoli deputati e senatori?. L’interrogativo – prosegue – è sorto nelle ultime settimane con la posizione di fiducia su parti sostanziali del testo prima che si aprisse in aula alla Camera il confronto sugli emendamenti all’art.1. Il dilemma non è – per Napolitano – fiducia o non fiducia, anche perché non è mai stata affrontata, neppure dinanzi alla Corte, un’obiezione di incostituzionalità della fiducia. C’è però stato, nell’esperienza italiana, ricorso alla fiducia in occasioni e modalità molto diverse tra loro. Quali forzature può implicare e produrre il ricorso a una fiducia che sancisca la totale inemendabilità di una proposta di legge estremamente impegnativa e delicata? Mi pronuncio, con tutte le problematicità e le riserve che ho motivato, per la fiducia al governo Gentiloni, per salvaguardare il valore della stabilità, per consentire, anche in questo scorcio di legislatura, continuità dell’azione per le riforme”.

Articoli correlati