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Lettera a Toninelli dal Comitato cittadino aeroporto Crotone

Redazione

Illustrissimo Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Danilo Toninelli, 

il Comitato Cittadino Aeroporto Crotone da due anni conduce la lotta per rivendicare il diritto alla mobilità, di fatto negata ai cittadini crotonesi a causa delle gravi carenze infrastrutturali del nostro territorio. Abbiamo iniziato il nostro impegno concentrandoci in modo particolare sull’aeroporto poiché è l’unica infrastruttura pronta che nel breve termine possa garantire il collegamento della fascia ionica per poi nel tempo affrontare anche le problematiche della ss 106 e della linea ferroviaria poiché un aeroporto non facilmente raggiungibile non può decollare.

Lei stesso, venendo oggi a Crotone in auto da Catanzaro, avrà notato come la città di Pitagora non sia facilmente raggiungibile.

Venendo da Sibari, invece, avrebbe vissuto l’inferno della statale SS 106 che invece i comuni cittadini vivono ormai da decenni.

Avrebbe potuto prendere anche i treni ma avrebbe notato che spesso nella stazione abbandonata di Crotone priva anche di biglietteria quelli in arrivo o in partenza sono anguste littorine.

L’Aeroporto S. Anna è quindi l’unica soluzione per arrivare agevolmente a Crotone.  Purtroppo, il sistema dei trasporti nella provincia di Crotone è veramente fragile e penalizza sia la vita sociale che quella economica di una terra in profonda recessione e crisi di identità.

Decenni orsono, la città pitagorica era famosa per le sue fabbriche ed anche meta turistica molto ambita per il suo clima mite in ogni stagione, i paesaggi marini e montani di indubbia bellezza e il patrimonio archeologico e storico. Tutto è svanito con il peggioramento delle infrastrutture logistiche.

Così accade che una società una volta prosperosa abbia iniziato a perdere i propri figli che emigrano costantemente ed incessantemente; tale fenomeno negli ultimi anni è ripreso in maniera veramente drammatica.Una terra disabitata è conseguenza di una terra isolata. La fondazione Migrantes nel suo “Rapporto Italiani nel mondo 2017” parla del fenomeno emigrazione della Calabria in questo modo: “La storia dell’emigrazione calabrese racconta di una regione letteralmente uscita “fuori di sé”, come se l’emigrazione avesse squartato in due la Calabria. C’è un “prima” e un “dopo” le tante partenze con cui sia gli emigranti che i “restati” devono fare i conti.Questa affermazione si accentua ancor di più per il territorio crotonese dove, soprattutto nei piccoli comuni, si notano case abbandonate, case costruite con enormi sacrifici e nelle quali cittadini italiani volevano vivere la propria vita e formare la propria famiglia.

La popolazione calabrese consta di circa due milioni di abitanti, ma in realtà i calabresi nel mondo che hanno ancora un legame con la propria terra è ben maggiore: si pensa che siano oltre dodici milioni i calabresi nel mondoPer noi calabresi l’amore per la propria famiglia e per la propria terra sono valori veramente importanti innestati in ciascuno di noi sin dalla nascita. Così, difficilmente ci dimentichiamo della famiglia e delle nostre origini ed ovunque siamo nel mondo cerchiamo di portare il bello ed il buono della nostra cultura.

In quest’ottica il sistema aeroportuale calabrese è veramente insufficiente, così come è concepito attualmente. La Calabria, solo permettendo a chi in Essa è nato ed ha dei legami familiari in essere o proprietà da curare, genererebbe un traffico di passeggeri molto più importante. Se poi si considera l’alta vocazione turistica della regione e soprattutto della fascia ionica spesso inaccessibile, il traffico passeggeri attuale appare irrisorio. Purtroppo, da una situazione di emarginazione ed isolamento così critica si può uscire nel breve termine soltanto grazie ad un servizio aeroportuale ben gestito, che sappia valorizzare tutti gli scali e che, ove non ci siano dinamiche economiche sufficienti a garantire la piena sostenibilità dello scalo, venga supportato con aiuti tali da garantire un servizio sociale, essenziale in assenza delle altre infrastrutture come la linea ferroviaria ed una strada a scorrimento veloce.

In questi anni abbiamo notato che l’idea del gestore unico regionale è veramente fallimentare; accorpare in un’unica gestione tre aeroporti è da noi paragonato al mettere in un acquario un piranha ed un pesciolino: l’esito lo diamo per scontato, purtroppo!

Ed è proprio quello che sta succedendo: la Sacal, gestore privato di un servizio pubblico, vuole soltanto far profitto dallo scalo crotonese e si muove soltanto in tale ottica. Rimane ancora misteriosamente secretato il piano industriale con la quale la stessa si è aggiudicata lo scalo pitagorico per 30 anni. Dopo appena un anno di questa gestione, l’aeroporto S. Anna fa vivere ai passeggeri disagi vergognosi per motivi veramente banali come il rifornimento del carburante! Spesso i voli in partenza da Crotone non hanno sufficiente carburante per affrontare l’unica rotta prevista e sono costretti a scali tecnici! Di questi disagi abbiamo prontamente informato l’Enac ed anche la direzione competente del suo ministero ma non abbiamo avuto alcun riscontro concreto ed i disagi sono tuttora vissuti!

Nel corso di questi mesi abbiamo avuto modo di confrontarci anche con comitati di altri piccoli aeroporti ed abbiamo condiviso l’idea di Alessandro Riolo circa la riduzione delle addizionali sugli imbarchi per i piccoli aeroporti potrebbe renderli interessanti alle compagnie aeree. Come comitato ci siamo spinti oltre, ragionando sulla nostra esperienza col gestore unico calabrese; abbiamo pensato che sarebbe il caso di costituire una “Smart Net for Small Airportche colleghi i piccoli aeroporti e crei quella mobilità alternativa ai grandi scali. Una piccola rete coordinata da un unico gestore nazionale pubblico che non ragioni principalmente secondo canoni economici ma tenga presente anche i fattori sociali.

I piccoli aeroporti, cioè quelli sotto il milione di passeggeri, non riescono a mettere in atto quelle dinamiche economiche che possano garantire loro entrate finanziarie sufficienti a potersi sostenere. Al tempo stesso si permetterebbe una notevole riduzione dei costi superflui come, ad esempio, quelli per le decine di consigli di amministrazione che pesano pesantemente sui bilanci veramente esigui dei piccoli scali. Mettendo in rete con un’amministrazione efficiente e ponderata i piccoli aeroporti si costituirebbe un nuovo gestore a livello nazionale con una capacità contrattuale molto forte nei confronti delle compagnie aeree.  Questo gestore dovrebbe essere il “nuovo Enac”, ossia un ente pubblico che non si limiti solo a vigilare ma che sia attivo economicamente e faccia con una gestione corretta dei piccoli scali da esempio ai gestori dei grandi aeroporti, anch’essi spesso in dissesto finanziario.

In quest’ottica, prendendo spunto da alcune sue dichiarazioni sulla nazionalizzazione di Alitalia  pensiamo che sia il caso di costituire una compagnia “low cost” Made in Italy, sempre pubblica, che possa collegare la “Smart Net for Small Airport” prima accennata.Mettendo in rete i piccoli aeroporti si permetterà quindi ai cittadini di potersi muovere e al contempo si permetterà anche ai cittadini di tutto il mondo di poter visitare la NAZIONE PIU’ BELLA DEL MONDO.

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