“Vari tipi di stress tra cui ansia, conflitti interpersonali, difficoltà lavorative e sociali aumentano di quasi 5 volte il rischio di ictus, soprattutto nei soggetti di età medio-avanzata. Considerando la diffusione di questi disturbi, averne consapevolezza sarebbe un passo avanti importante nella prevenzione”. A fare il punto su uno dei fattori di rischio dell’ictus, nel mese dedicato a questa patologia grave e disabilitante, è Domenico Inzitari, Responsabile Stroke Unit Ospedale Careggi di Firenze e professore in Neurologia presso l’Università di Firenze.
L’Ictus cerebrale, nel nostro Paese, rappresenta la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie. Ogni anno ne vengono colpiti circa 200mila italiani e la metà dei superstiti rimane con problemi di disabilità anche grave. Ma nell’80% dei casi si può prevenire.
A questo mirano le tantissime iniziative di prevenzione e sensibilizzazione previste in tutta Italia nel mese di aprile, dall’Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale – A.L.I.Ce. Italia Onlus, che quest’anno celebra i suoi 20 anni. Tra gli obiettivi fornire informazione su come riconoscere i primi sintomi, fondamentale per arginare i danni, e su come evitare i principali fattori di rischio.
Tra questi ultimi, oltre che corretta alimentazione, attività fisica, niente fumo e poco alcol, un ruolo sempre maggiore sta emergendo essere quello dei problemi psicologici. Tanto la depressione che lo stress, sottolinea Inzitari, sono un fattore di rischio per l’ictus, “perché favoriscono la disfunzione del ritmo cardiaco, l’infiammazione sistemica e l’aggregazione delle piastrine”. Pertanto, conclude “è necessario “imparare a controllare lo stress con opportuni interventi di tipo psicologico e sociale”.
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