L’origine dell’olio d’oliva ha radici profonde che attraversano il tempo e le latitudini del mondo. Prezioso alleato per la salute, è sempre stato alla base dell’alimentazione e al fianco anche delle donne nella cosmesi, ottimo ingrediente usato ancora oggi dalle migliori industrie del settore.
I primi cenni storici sull’olio e gli ulivi si possono collocare già nelle prime civiltà, ma sarà solo nella Bibbia che l’olio verrà citato per la prima volta, quando la colomba tornò da Noè con un ramo di ulivo nel becco per annunciare che la terra era vicina.
Secondo la mitologia, poi, Atena, figlia di Zeus, per aggiudicarsi la protezione della capitale dell’Ellade, piantò il primo ulivo, albero che per millenni avrebbe dato un succo meraviglioso che gli uomini avrebbero potuto usare per la preparazione dei cibi, per la cura del corpo, per la guarigione delle ferite e delle malattie e quale fonte di luce per le abitazioni. Simbolo di sacralità e di pace, l’ulivo ha accompagnato la storia dell’uomo fin dagli albori della civiltà per arrivare ai nostri giorni.
Restando nell’antica Grecia, Solone, poeta, legislatore e arconte, fu famoso per aver promosso l’olivicoltura ponendola sotto la protezione di Zeus. Nella norma da lui emanata e valida per tutta l’Attica, veniva vietato l’abbattimento di ulivi. In caso di estrema necessità e per la costruzione di aree votive, il numero di alberi da abbattere non doveva superare le due unità all’anno. L’olio ricavato dai frutti dell’uliveto che aveva fatto piantare faceva parte dei premi riservati ai vincitori delle piccole e grandi Panatenee a Atene.
L’olio di oliva ebbe un ruolo importante anche nello sport: i giovani atleti che frequentavano le palestre, i ginnasi ed i bagni, numerosi in tutte le città, venivano massaggiati con olio.
Anche i romani si facevano notare in particolari occasioni quali feste e giochi, facendo donazioni di olio per mettersi in mostra. Queste donazioni furono intraprese a Roma da Giulio Cesare e Nerone fino agli ultimi imperatori. Conseguenza di tutto ciò fu un aumento considerevole del traffico di olio, che portò a incette ufficiali di olio d’oliva da parte dello stato.
In paesi come la Palestina, Siria e Creta, luoghi di origine delle più antiche civiltà, si sviluppò la prima olivicoltura. I re David e Salomone dettero eccezionale importanza agli ulivi nell’economia di Israele. Lungo la fascia costiera, tra Egitto e Palestina, vivevano i Filistei che produssero olio per l’illuminazione e i balsami che erano esportati anche nelle terre del Nilo.
Non lontano da Tel Aviv, fu scoperto un enorme impianto per la lavorazione delle olive con quasi 100 presse e macine progettate dai Filistei. In questa centrale venivano macerate le olive mediante pietre tondeggianti, mentre sulle due laterali, venivano accatastati fiscoli riempiti di pasta oleosa e, successivamente pressati da travi-torchio incastrate nella parete. Qui pare si sia diffuso l’olivo proveniente dalla vicina area armena e ne è già documentata la coltivazione a Creta in età minoica.
L’ulivo si diffuse ben presto nel Mediterraneo, da oriente ad occidente attraverso più fasi. All’inizio l’ulivo da Creta si propagò in Siria, Palestina, Israele, mentre nella seconda iniziò la diffusione in tutta la Grecia e nelle sue isole. Nei due successivi millenni sono i Fenici, con le loro navi veloci a far da tramite tra i popoli rivieraschi, diffondendo conoscenza, coltura e usi alimentari, fino a raggiungere le coste della Sicilia e della Spagna.
Anche le colonie greche contribuirono alla diffusione dell’ulivo, quando cominciarono ad espandersi nel Mediterraneo e a fondare avamposti in Sicilia nell’Africa settentrionale e nella Francia del sud. I Romani impararono ad usare l’olio d’oliva come unguento e cominciarono a fabbricare balsami ed oli profumati. Con questi prodotti si curavano ferite sanguinanti, si alleviava il prurito, si lenivano le punture delle ortiche, si dava sollievo nelle ustioni e nelle lacerazioni della pelle e si facevano i massaggi contro il mal di testa.
L’origine dell’olio: dalla storia alla mitologia fino al Consorzio Olio di Calabria IGP
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