Lunedì 22 ottobre i medici ospedalieri di tutte le aziende sanitarie italiane si asterranno dagli straordinari in segno di protesta contro l’insufficiente finanziamento previsto per il Fondo sanitario Nazionale 2019 dal Documento di economia e finanza (Def). Non solo: i camici bianchi chiedono un vasto programma di assunzioni nel Servizio sanitario nazionale, anche per fare fronte alle uscite pensionistiche previste nel quinquennio 2018-2023, e il finanziamento di almeno 3.000 nuovi contratti di formazione specialistica per garantire una programmazione dei fabbisogni formativi in linea con le esigenze del Ssn.
L’iniziativa prevista per lunedì arriva dopo il sit-in del 17 ottobre a Piazza Montecitorio organizzato dall’Intersindacale medica, veterinaria e sanitaria. Il disagio del blocco degli straordinari ricadrà prevedibilmente sull’organizzazione del lavoro da parte delle aziende sanitarie. E proprio gli straordinari – sottolinea il principale sindacato dei medici dirigenti, l’Anaao Assomed – è un punto più che dolente: sono infatti 15 milioni le ore non pagate ogni anno a circa 10 mila medici ospedalieri. Non basta, la protesta riguarda anche le ferie arretrate, che nel caso dei professionisti più anziani ammontano anche a 300 giorni: come dire che un dottore che va in pensione, in realtà esce un anno prima per smaltire i giorni liberi mai goduti.
“Il disagio lavorativo è ormai all’estremo – spiega Andrea Filippi, segretario nazionale Fp Cgil Medici – la cittadinanza non lo sopporta più e sta peggiorando il fenomeno delle aggressioni. Oggi scopriamo che vengono finanziati solo 280 milioni in più del miliardo già previsto dal governo Gentiloni, e questi 280 milioni servono a malapena per coprire i farmaci oncologici”. Altre attività di protesta sono previste per il 22 e il 29 di ottobre, e precederanno la giornata di sciopero dei medici della sanità pubblica del 9 novembre.