I progressi nella lotta alla malaria vedono un preoccupante arresto dopo anni di continuo miglioramento. Nel 2017 si sono registrati infatti circa 219 milioni di contagi, ben due milioni in più rispetto all’anno precedente. A lanciare l’allarme è l’Organizzazione Mondiale della sanità (Oms), sulla base dei dati del nuovo Rapporto mondiale sulla malattia.
Questo nuovo forte aumento, sottolinea il rapporto Oms, arriva dopo anni di progressivo calo dei contagi. Il numero di casi era infatti sceso da 239 milioni nel 2010 a 214 milioni nel 2015, secondo l’agenzia delle Nazioni Unite. Il 70% dei casi (151 milioni) e i decessi (274.000) nel 2017 sono avvenuti in India e in dieci paesi africani: ma, mentre l’India ha visto comunque dei progressi (-24% nei casi nel 2017 rispetto al 2016), in Africa sub-sahariana ci sono stati 3,5 milioni di contagi in più rispetto all’anno precedente.
“Se il progresso si ferma, rischiamo di sprecare anni di fatica, investimenti e successo nel ridurre il numero di persone che soffrono di questa malattia”, spiega Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms. Quindi, prosegue, “oggi lanciamo un piano nazionale per intraprendere un’azione globale contro la malaria rendendo il nostro lavoro più efficace a livello locale”. Il nuovo Piano di risposta “Alto carico per alto impatto” (High burden to high impact) è basato sul principio che nessuno dovrebbe morire per una malattia che può essere prevenuta e diagnosticata e che è curabile con i trattamenti disponibili. Il nuovo rapporto, però, vede anche dei passi avanti. Ad esempio, il numero di paesi prossimi all’eliminazione della malaria continua a crescere (46 nel 2017 rispetto ai 37 del 2010). Inoltre nel 2018, l’Oms ha certificato il Paraguay come ‘libero dalla malaria’: è il primo paese delle Americhe a ricevere questo status in 45 anni.(ANSA).
Malaria, nel 2017 due milioni di casi in più rispetto al 2016
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