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Messaggio Vescovo Savino per nuovo anno scolastico

Redazione

Siamo in settembre: un nuovo anno scolastico inizia per voi adulti che operate nella scuola con mansioni diverse concorrenti a educare e a formare bambini, ragazzi e giovani.

Questa volta il mio augurio di buon anno scolastico è rivolto specificatamente proprio a voi Docenti, Operatori ed Dirigenti scolastici cui è affidato il delicatissimo compito di leggere la realtà in cui siamo immersi e da essa ricavare segni positivi di cambiamenti possibili su cui avviarsi per contribuire ad orientare, sostenere e soprattutto alimentare il processo di crescita delle competenze, capacità e conoscenze degli uomini del futuro.

Nessuno può essere tanto arrogante e prevaricatore da affermare di essere in grado di disegnare percorsi che abbiano una indiscussa efficacia educativa e tanto meno lo posso fare io a nome della Chiesa diocesana che nelle parrocchie e nelle associazioni ecclesiali ha i suoi centri educativi.

Vorrei soltanto indicare quanto quest’anno pastorale, che avrà inizio con l’assemblea diocesana nella seconda decade di settembre, abbiamo pensato di mettere a tema di riflessione, studio e programmazione: “Evangelizzazione, comunità ed iniziazione cristiana”. Intendiamo ripartire dai piccoli, dai bambini che dopo il Battesimo, deciso dai genitori, si accostano ai Sacramenti della Riconciliazione, Comunione e Confermazione cristiana. Ogni proposta della Chiesa richiede attento ascolto e serena accoglienza da parte delle famiglie e della scuola, dove i bambini e i ragazzi trascorrono la maggior parte delle loro giornate. Per questo, come ben sapete, occorre che famiglia, scuola e chiesa concordino negli obiettivi educativi da perseguire, nel riconoscimento e nel rispetto reciproco.

Non abbiamo indicazioni da offrire, né metodi che siano ricette per guarire tutti i mali della nostra epoca, ma una cosa possiamo dirla con forza e chiarezza e la diciamo con gioia e serenità: a Gesù i bambini sono molto graditi. Egli li pone al centro come persone, dice di osservare ed imitare la loro umanità.

Dunque un invito: osserviamo i bambini, i ragazzi, i giovani. Impariamo il loro affidarsi a qualcuno davanti ad un bisogno, la disponibilità disarmante a chiedere aiuto, l’umiltà di dichiararsi ignoranti, il desiderio entusiasmante di conoscere, la curiosità di sperimentare personalmente ogni novità, la schiettezza ed immediatezza nelle reazioni che, quando non sono dettate dagli esempi di scelte convenienti insegnate dagli adulti, sanno dare il nome appropriato ad ogni circostanza. Educhiamo i ragazzi al confronto, alla tolleranza e alla condivisione del poco o tanto che si ha e che si è, favoriamo la fantasia creativa che riesce a trovare sempre una soluzione a vantaggio di tutti.

Indichiamo il silenzio come condizione interiore ed esteriore per un dialogo che sia sull’essenziale, su quanto sta a cuore a ciascuno, sulle regole da concordare e da seguire con il massimo rispetto.

Alle tante proposte di conoscenze, cui il dilagante linguaggio massmediatico ci espone con danni irreversibili particolarmente su chi è impossibilitato a difendersene, contrapponiamo l’invito alla resilienza che si nutre di rispetto della ricchezza infinita del mondo della natura, di cui siamo custodi senza esserne padroni o predatori.

La sfida è grande. Lo sappiamo. Ma  nessuno vi si può sottrarre. E tanto meno noi educatori.

Auguri per il vostro lavoro!

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