Sono 13 gli impegni chiesti dal Viminale alle Organizzazioni non governative col Codice di condotta sottoscritto oggi solo da alcune ong nell’ultima riunione al ministero. La mancata sottoscrizione del documento o l’inosservanza degli impegni previsti “può comportare – si legge nel documento – l’adozione di misure da parte delle autorità italiane nei confronti delle relative navi, nel rispetto della vigente legislazione internazionale e nazionale, nell’interesse pubblico di salvare vite umane, garantendo nel contempo un’accoglienza condivisa e sostenibile dei flussi migratori”.
Questi i 13 impegni:
– Non entrare nelle acque libiche, “salvo in situazioni di grave ed imminente pericolo” e non ostacolare l’attività della Guardia costiera libica. – Non spegnere o ritardare la trasmissione dei segnali di identificazione.
– Non fare comunicazioni per agevolare la partenza delle barche che trasportano migranti.
– Attestare l’idoneità tecnica per le attività di soccorso. In particolare, viene chiesto alle ong anche di avere a bordo “capacità di conservazione di eventuali cadaveri”.
– Informare il proprio Stato di bandiera quando un soccorso avviene al di fuori di una zona di ricerca ufficialmente istituita.
– Tenere aggiornato il competente Centro di coordinamento marittimo sull’andamento dei soccorsi.
– Non trasferire le persone soccorse su altre navi, “eccetto in caso di richiesta del competente Centro di coordinamento per il soccorso marittimo (Mrcc) e sotto il suo coordinamento anche sulla base delle informazioni fornite dal comandante della nave”.
– Informare costantemente lo Stato di bandiera dell’attività intrapresa dalla nave.
– Cooperare col competente Centro di coordinamento marittimo eseguendo le sue istruzioni.
– Ricevere a bordo, su richiesta delle autorità nazionali competenti, “eventualmente e per il tempo strettamente necessario”, funzionari di polizia giudiziaria che possano raccogliere prove finalizzate alle indagini sul traffico.
– Dichiarare le fonti di finanziamento alle autorità dello Stato in cui l’ong è registrata.
– Cooperazione leale con l’autorità di pubblica sicurezza del previsto luogo di sbarco dei migranti.
– Recuperare, “una volta soccorsi i migranti e nei limiti del possibile”, le imbarcazioni improvvisate e i motori fuoribordo usati dai trafficanti di uomini.