Coperte e materassi infestati dalle pulci, un’epidemia di varicella, livelli elevatissimi di sporcizia, liquami che fuoriescono dai bagni, cibo e acqua insufficienti, mancanza di cure mediche e medicinali. Questa è solo una parte della lunghissima lista di elementi che fanno parte della vita quotidiana dei migranti, tra cui moltissimi minori, negli hotspot e nei centri di detenzione greci rilevati dal Cpt, il comitato anti tortura del Consiglio d’Europa, nell’aprile e luglio dell’anno scorso. Le condizioni di vita in questi luoghi secondo il Cpt sono tali che tenervi le persone, soprattutto per periodi che superano facilmente le 3 settimane, può essere considerato un trattamento inumano e degradante.
Inoltre secondo il comitato alcuni di questi posti, come l’hotspot Vial, rappresentano un serio rischio per la salute pubblica. Il Cpt critica inoltre molto duramente il trattamento riservato ai minori a cui non è garantita alcuna cura o protezione specifica, ed esprime grande preoccupazione per la serie di denuncie che ha ricevuto sulle violenze subite da minori non accompagnati da parte della polizia. L’organo del Consiglio d’Europa domanda alla Grecia di mettere immediatamente fine alla detenzione dei minori e di introdurre nuove leggi che garantiscano in modo adeguato la loro protezione. Infine, nel rapporto, il Cpt sottolinea che la rapida entrata in vigore dell’accordo tra l’Unione europea e la Turchia non ha dato sufficiente tempo alla Grecia per costruire le necessarie infrastrutture, e che c’è un legame diretto tra il tempo impiegato dalla Ue e i suoi Stati membri nel fornire assistenza alla Grecia e i tempi di permanenza dei migranti negli hotspot in cui le condizioni di vita sono inaccettabili.