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Mimmo Lucano, sogno di tornare sindaco e il Nobel per la Pace per Riace

Redazione

“Credo di avere subito un’ingiustizia. Sogno di tornare sindaco di Riace e che il mio paese possa vincere il Premio Nobel per la Pace”: Mimmo Lucano ha gli occhi lucidi mentre, parlando con  l’Ansa, racconta l’amarezza per il divieto di dimora che gli è stato imposto, dicendo di avere fiducia nella giustizia e in una rapida conclusione della vicenda. E rivela di avere ricevuto una chiamata dal celebre regista tedesco Wim Wenders, intenzionato ad intervistare lui, il Papa e un giovane rifugiato afgano.

“Mi auguro che si possano risolvere nel più breve tempo possibile gli ultimi problemi legati alla misura cautelare che non mi consente di tornare a Riace e spero di poter indossare di nuovo la fascia di sindaco per riscattarmi e anche per un fatto morale”, spiega. Dopo la sospensione dall’incarico, ha dovuto lasciare Riace e vive nel vicino comune di Caulonia.

In trasferta a Roma, non smette di propagandare con entusiasmo il ‘modello Riace’ che ha fatto il giro del mondo. “E’ una terra che, nonostante i suoi problemi, ha aperto le porte lanciando un forte messaggio di umanità e speranza”, dice, augurandosi che la proposta di assegnare a Riace il Premio Nobel per la Pace possa andare a buon fine. “Sarebbe – aggiunge – un premio a chi non si rassegna all’egoismo, all’odio razziale e alle discriminazioni”. Lucano ribadisce che non è sua intenzione candidarsi alle Europee, ma che il suo posto è là, vicino alla sua gente. “Il mio stato d’animo – racconta – muta continuamente. Vivo spesso momenti di tristezza e di sconforto per l’ingiustizia subita, ma mi invitano ovunque per raccontare la storia della mia terra e questa è la cosa che mi gratifica di più”. Si sente vittima di un processo politico? “Non voglio cercare giustificazioni – risponde – ma credo che l’attuale periodo influenzi notevolmente quello che sta accadendo a tutti i livelli”.

Dopo avere girato il cortometraggio ‘Il Volo’, dedicato all’esperienza di accoglienza di Riace, “Wenders – spiega ancora Lucano – vuole intervistare me, Papa Francesco e Ramadullah, il bambino afgano sopravvissuto alla guerra che fabbricava aquiloni e li faceva volare nel cielo di Riace come simbolo di libertà. Ho perso le tracce di questo bimbo. Non so in che parte del mondo si trovi… Lo porto sempre nel cuore. E’ un piccolo uomo che ha vissuto il dramma della guerra e ne raccontò già in passato gli orrori a Wenders”. La solidarietà da parte di molti personaggi di spettacolo, a partire da Beppe Fiorello, protagonista della fiction di Rai1 su Lucano e Riace (la cui messa in onda è stata sospesa), è forte.  Il sogno di Lucano per il prossimo Natale? “Inutile fare il presepe se non si ritrova quel senso di umanità dal quale non si può prescindere. Oltre al fascismo – conclude – c’è un altro guaio: è il consumismo che fa degradare le coscienze a pura materialità. Non facciamoci sopraffare da odio e barbarie”.

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