“Procurare una casa, un lavoro, una sicurezza ai migranti”. È l’ultima sfida di Giulio Rapetti, in arte Mogol, che dopo aver scritto un pezzo di storia della musica italiana ha deciso di dedicarsi a un progetto per “risolvere il problema numero uno dell’Italia e dell’Europa”.
“Noi accogliamo i migranti, ma non abbiamo molto da offrire: diamo loro la possibilità di dormire e di mangiare – dice all’ANSA – ma non possiamo garantire loro un futuro”.
L’artista propone di utilizzare milioni di ettari nei Paesi africani per trasformarli in orti e frutteti biologici. “Al migrante con famiglia verrà affidato un appezzamento di terreno di circa 4000 metri” in cui “dedicarsi alle coltivazioni”. Una società, African Agricolture o A2, costituita dal 51% dall’UE e dal 49% da aziende europee selezionate con bando, si occuperebbe di finanziare e realizzare il progetto per poi ritirare la produzione e venderla in Europa, “dando il 30% del compenso al Paese che ha ospitato il migrante cui verrà versato il restante 70%”.
Mogol, progetto per migranti in Africa
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