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Muore artista legato alla Calabria, Ferro ricorda Mauro Staccioli

Redazione

È mancato ieri a Milano, all’età di 80 anni, Mauro Staccioli, straordinario artista toscano che in Calabria ha legato il suo nome alla sesta edizione di Intersezioni, la grande rassegna evento di scultura contemporanea al Parco Archeologico di Scolacium che ha caratterizzato quasi dieci anni della vita culturale della nostra regione, dal 2005 al 2014, ponendo Catanzaro e la Calabria all’attenzione della scena artistica internazionale.

Staccioli era rimasto fin da subito coinvolto dall’atmosfera del Parco, luogo di grande suggestione per un maestro come lui dell’arte ambientale, pur abituato a lavorare negli scenari più diversi. E se, come è stato scritto, le sue opere si inserivano, esaltandoli, tanto nel cielo della sua Toscana che sul suolo della California, da Santa Monica a San Diego e San Francisco (alla Biennale di Venezia aveva già esposto nel 1978), altrettanto è avvenuto a Scolacium, dove le sue installazioni, a confronto con le rovine e i resti di quelle antiche civiltà, hanno disegnato scenari che rimangono indimenticabili. Sculture di grandi dimensioni armonizzate perfettamente nello spazio con misura e equilibrio in un dialogo intimo e misterioso tra passato e presente.

Il consigliere regionale Wanda Ferro, all’epoca presidente della Provincia, di quell’esperienza conserva un ricordo nitido: “Di Mauro Staccioli la prima cosa che mi colpì fu un’umanità semplice e schietta, lontana da ogni protocollo e insolita per un uomo, un artista affermato e celebrato in tutto il mondo. Nei giorni e nei mesi successivi fu chiaro che la sua gentilezza e la sua disponibilità erano in realtà la conseguenza di una padronanza assoluta del suo linguaggio artistico e di un’esperienza maturata in tutto il mondo.

Era evidente come a stimolarlo fossero tanto il luogo che il confronto con gli altri artisti che in quegli anni indimenticabili si misurarono sulla scena di Scolacium: da Tony Cragg ad Antony Gormley, da Jan Fabre a Mimmo Paladino, da Marc Quinn a Stephan Balkenhol e poi Michelangelo Pistoletto, Wim Delvoye, Dennis Oppenheim, Daniel Buren. Ciascuno interprete originalissimo di una poetica sempre diversa”.

Di Staccioli resta nella nostra regione e nella nostra città, oltre al ricordo di un uomo geniale e gentile, il segno tangibile di un’opera importante eseguita per il Marca Open, il Parco Internazionale delle Scultureall’interno del Parco della Biodiversità con le testimonianze di tutti gli artisti che hanno partecipato a Intersezioni. Il Maestro volle chiamare questa scultura “Catanzaro 11”, un anello d’acciaio che si staglia sul prato del Parco e si pone in un dialogo permanente con il paesaggio e le opere degli altri artisti, realizzando insieme a queste un parco espositivo tra i più importanti del mediterraneo e un patrimonio culturale di grande valore.

“È stata un’esperienza esaltante – continua Wanda Ferro – Scolacium era diventato in pochi anni un riferimento culturale che superava i confini nazionali e le rassegne vedevano la partecipazione sempre più ampia di intellettuali e testate giornalistiche tra le più importanti del mondo. La formula delle acquisizioni e la realizzazione del MARCA Open hanno reso poi indelebile il ricordo di una stagione irripetibile e hanno regalato alla nostra regione un patrimonio artistico che in tanti ci invidiano e che magari meriterebbe un po’ più di attenzione da chi è deputato alla loro tutela e alla loro custodia.

Al malcostume e all’ignoranza di chi le imbratta e di chi le danneggia per diletto, dovrebbe corrispondere, come avviene in tutte le collezioni d’arte, un restauro periodico e una sorveglianza continua. Speriamo che questo momento di tristezza, con la celebrazione della morte di Staccioli, smuova le coscienze di tutti e aiuti a mantenere intatto un piccolo tesoro che appartiene a tutti noi”.

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