Operazione della Polizia di Stato e dei Carabinieri, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria finalizzata all’esecuzione di 50 misure cautelari in carcere, ai domiciliari e obblighi di soggiorno, e che avrebbe fatto luce su presunti condizionamenti da parte della ‘ndrangheta negli appalti banditi dal Comune di Brancaleone, nel Reggino. L’inchiesta, denominata “Cumps-Banco Nuovo” avrebbe svelato l’operatività di diverse articolazioni della ‘ndrangheta nei centri di Brancaleone, Africo e Bruzzano Zeffirio, i nuovi assetti organizzativi e i ruoli rivestiti dagli affiliati, rimodellati all’indomani della “pace” raggiunta dalle cosche dopo la sanguinosa faida di Africo-Motticella, che aveva visto affermarsi i gruppi ‘Palamara-Scriva’ e ‘Mollica-Morabito’. “Cumps”, ovvero abbreviazione di compare, era il termine con il quale gli affiliati alle cosche si chiamavano tra di loro nei dialoghi sui social network individuati dagli investigatori.
“Cumps” era il termine con il quale gli affiliati alle cosche di ‘ndrangheta sgominate con l’operazione condotta stamattina da polizia e carabinieri nella fascia jonica reggina si chiamavano tra di loro nei dialoghi sui social network individuati dagli investigatori. “‘Cumps’ – spiega Francesco Rattà, dirigente della Squadra mobile di Reggio Calabria – é l’abbreviazione di ‘compare’, di ‘sodale’, e segna il modo nuovo e più moderno per gli affiliati di intendere i loro rapporti nell’ambito dell’organizzazione criminale”. La ‘ndrangheta, in sostanza, evolve, ma al contempo, fa rilevare ancora Rattà, si affinano le modalità d’indagine degli investigatori reggini, che trovano nuovo alimento e nuovi spazi operativi nell’esplorazione mirata di quei social network di cui le cosche fanno ampio uso.
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