La scelta del ministro degli interni Matteo Salvini di trascorrere il ferragosto in quei territori di Calabria dove lo Stato , in più di un’occasione, ha brillato per inesistenza riuscendo ad essere più latitante dei latitanti, è motivo di grande fierezza, e non credo per i soli militanti e simpatizzanti della Lega, il cui numero peraltro continua a crescere nella nostra regione.
Matteo Salvini non è persona che si accontenta delle dritte di autorevoli consiglieri istituzionali o, peggio, delle solite narrazioni ( dossieristiche e letterarie) quando c’è da leggere e capire una realtà complessa come quella dei territori di frontiera della Calabria.
Il nostro leader predilige un approccio diretto, uno studio costante e personale dei fenomeni che impediscono ad una terra nobile di affrancarsi dallo strapotere mafioso.
Altro che mossa di marketing politico, come si sono affrettati a scrivere alcuni illustri conferenzieri della domenica, più interessati a vivere premi e convegni che quella realtà che si vantano di conoscere a menadito, con riferimento alla prossima venuta del ministro in provincia di Reggio Calabria.
I mesi a venire dimostreranno la rude concretezza (rude perché quando c’è da affrontare la ‘ndrangheta bisogna essere tosti, non ‘convegnistici’ o fighetti) del modus operandi di Matteo Salvini e della Lega nei confronti del cancro mafioso.
La tappa ferragostana, pertanto, assume un significato diverso.
Essa non sarà una pur importante dimostrazione simbolica di vicinanza di un uomo di Stato che alla Calabria vuole bene davvero, e non a chiacchiere , ma l’inizio di un iter che vedrà insieme il parlamento e il governo, in una azione di contrasto alle organizzazioni criminali e,cosa non secondaria, alla subcultura che ne sostanzia l’agire.
Lavoro, presenza reale dello Stato, incentivazione della partecipazione alla vita democratica, sostegno incondizionato alle procure di frontiera attraverso il rafforzamento degli organici e ascolto, tanto ascolto degli attori sani a livello sociale imprenditoriale e culturale: sono solo alcuni dei fattori sui quali poggeranno le misure di contrasto al fenomeno mafioso che stiamo approntando.
Perché, lo ripeto, il cancro va affrontato con concreta rudezza. Solo così potremo narrare una Calabria diversa. Fondamentale in tal senso è che istituzioni , autorità morali e cittadini si saldino in un consorzio virtuoso .
Senza l’azione di ascolto , infatti, ogni misura rischia di rivelarsi monca, o peggio calata dall’alto e quindi scollata da quello stesso tessuto su cui dovrebbe incidere.
Matteo Salvini sarà in Calabria per continuare ad ascoltare, a recepire direttamente quello che nessuna letteratura e pubblicistica può da sola dare in termini di conoscenza.
Noi siamo con lui e ne sosterremo l’agire, anche attraverso la partecipazione alle prossime elezioni in quei comuni dove il valore della democrazia si è perso.