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ORDINE DEI MEDICI DI CROTONE SU NUOVA AGGRESSIONE A CHIRURGO IN OSPEDALE

Redazione

A pochi giorni dall’increscioso episodio di violenza perpetratosi presso L’U.O. di Rianimazione del P.O. di Crotone siamo costretti purtroppo a tornare nuovamente sull’argomento.

Nella notte tra il 13 ed il 14 Agosto è stato minacciato ed aggredito fisicamente il Medico di Guardia presso l’U.O.C. di Chirurgia del P.O. – S. Giovanni di Dio di Crotone; autore di tale ennesimo episodio di violenza è stato il familiare di un paziente nei confronti del quale il sanitario aveva espletato una consulenza richiesta dal P.S., giudicandolo non bisognevole di ricovero, in coerenza con i criteri di appropriatezza che si è tenuti ad applicare.

Nell’esprimere la vicinanza al collega per il vile gesto, si sottolinea, ancora una volta, la grave situazione di incertezza e di insicurezza nella quale si trovano ad operare quotidianamente i sanitari.

Tale fenomeno, infatti, seppur da ascrivere nella più ampia dimensione dal carattere nazionale che, per come già espresso in precedente comunicato, conta circa 10 episodi al giorno, ove più ed ove meno, ovunque nel nostro Paese, negli ultimi tempi sembra coinvolgere in modo  particolarmente sensibile il nostro territorio ed in particolare il P.O. di Crotone, verosimilmente anche a seguito della recente, eccessiva e spesso strumentale esposizione mediatica della quale è fatta oggetto la sanità della nostra provincia, che, evidentemente, crea nell’immaginario collettivo, ingiusti ed ingiustificabili pregiudizi che più facilmente alimentano la sfiducia, facilitando l’escalation delle manifestazioni di violenza, a prescindere da circostanze e contingenze.

Si chiede con fermezza e con urgenza, a chi di competenza, di mettere in atto tutte le misure necessarie per tutelare l’incolumità degli operatori sanitari, in modo che gli stessi possano svolgere il proprio lavoro in piena serenità d’animo e di giudizio.

Si auspica, altresì, che la proposta di legge n. 909 dell’11 luglio scorso , che prevede la modifica dell’art. 357 del Codice Penale in materia di attribuzione della qualifica di Pubblico Ufficiale ai medici ed agli operatori sanitari nell’esercizio delle proprie funzioni, possa presto venire approvata, e che venga valutata la necessità dell’inasprimento della pena per quanti commettono tale tipo di reato.

Si ribadisce, ancora, la necessità che le forze politiche e sociali e  le Istituzioni tutte, si facciano  direttamente carico del problema, nella difesa dei loro Medici e di tutti gli Operatori Sanitari, impegnati al servizio della collettività per la tutela della salute dei cittadini, bene garantito dall’Art. 32 della Costituzione.

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