Nel Mediterraneo si diffondono sempre più le certificazioni di sostenibilità e responsabilità nel comparto ittico, e l’Italia è al secondo posto, dopo il Marocco, per numero di aziende certificate. Lo ha reso noto Paolo Bray, fondatore e firettore di Friend of the Sea, ong internazionale per la tutela degli ecosistemi marini, intervenendo oggi a un convegno a Ecomondo-Key Energy, la fiera della green economy a Rimini.
“Sono oltre 70 le organizzazioni di pesca nel Mediterrano con prodotti certificati Friend of the Sea, ed il trend è in continua crescita -, ha spiegato Bray -. Fra i paesi più virtuosi, se al primo posto c’è il Marocco (39%), il secondo gradino del podio spetta all’Italia (28%), seguita da Spagna (19%), Portogallo (10%) e Francia (4%). Nell’insieme questi Paesi pescano e commercializzano quasi 300 specie di pesce selvatico catturato nell’area del Mediterraneo”.
Ma anche il settore dell’acquacoltura è in movimento verso iniziative di sostenibilità, ha aggiunto Bray: sono già 90 le organizzazioni certificate Friend of the Sea nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Quelli con il maggior numero di allevamenti a mare e a terra sono Italia, Spagna, Grecia, Turchia e Francia. Questi allevano e commercializzano in tutta Europa una grande varietà di specie, tra cui orate, branzini, trote e salmerino alpino. (ANSA).