Un protocollo d’intesa per la prevenzione della diffusione del gioco d’azzardo è stato siglato stamani dal Vescovo di Cassano all’Jonio, mons. Francesco Savino, i ventidue sindaci dei Comuni del territorio diocesano e l’Azienda Sanitaria di Cosenza.
«E’ una bella pagina di sussidiarietà verticale – ha dichiarato mons. Francesco Savino – che parte dalla Chiesa e coinvolge le Istituzioni del territorio, guardando alle tante persone che sono affette dalla ludopatia e dall’azzardopatia, ponendosi come sfida educativa che prevenga il diffondersi di ciò che è divenuta una vera e propria malattia.»
«Se a me sta a cuore il popolo – ha poi aggiunto mons. Savino – e ad ogni cittadino sta a cuore il popolo, non possiamo non metterci insieme. Qui, oggi, in Calabria, c’è un fatto positivo perché lottando insieme possiamo ottenere qualche risultato in più. La Calabria ha bisogno – ha augurato infine il Vescovo di Cassano all’Jonio ai sindaci – di un nuovo umanesimo, in cui i cittadini devono diventare responsabili e protagonisti. E che questo protocollo possa ottenere risultati positivi nei 22 Comuni del territorio diocesano.»
Plauso è venuto dai sindaci dei comuni della Diocesi, che hanno apprezzato l’iniziativa e l’attenzione della Chiesa locale nei confronti delle periferie, denunciando quanto sia drammatica la piaga del gioco d’azzardo e quanto sia fondamentale l’impegno di sostanza di tutti, con il sostegno delle competenze specifiche rappresentate dall’Azienda Sanitaria.
Il documento segue diversi confronti svoltisi tra il Vescovo e i sindaci dei Comuni, durante i quali è emersa, tra l’altro, la piaga del gioco d’azzardo che “grava – si legge nel protocollo – su centinaia di famiglie”.
“Secondo le ultime stime – rileva il documento – il gioco d’azzardo costituisce per il territorio uno dei fenomeni di maggiore allarme sociale con ripercussioni negative sulle attività individuali, familiari e sociali di coloro che sviluppano una dipendenza patologica da gioco”.
Una particolare diffusione è stata rilevata tra i giochi legali in denaro (lotterie instantanee, slot machine, videopoker, anche e soprattutto presso quegli esercizi pubblici, quali bar e tabaccherie frequentati quotidianamente da ogni categoria di clienti, ivi compresi i soggetti maggiormente a rischio di dipendenza: giovani, adolescenti, anziani.” “E’ in continua implementazione – è detto ancora nel protocollo d’intesa – l’accessibilità al gioco on line. Ancora più subdolo e difficile da monitorare ed arginare, che favorisce ulteriormente l’isolamento del giocatore patologico”.
Alcune Istituzioni si stanno sforzando di intervenire sulla problematica, ma ciò che si ritiene necessario è “utilizzare un approccio di rete, integrato e sistematico, che consenta un’azione armonica ed unitaria dei diversi soggetti coinvolti”.
Il protocollo d’intesa, quindi, individua nell’attività di monitoraggio e prevenzione del fenomeno, il primo punto dal quale partire. Le parti, infatti, che includono anche la Caritas diocesana, s’impegnano ad istituire un Osservatorio permanente presso la stessa struttura Caritas, costituito dai referenti degli enti sottoscrittori ed allargato ai soggetti del pubblico o del privato sociale che intenderanno condividere gli obiettivi del protocollo.
L’Osservatorio elaborerà una serie di azioni di prevenzione, tra cui attività presso le scuole medie superiori, i centri di aggregazione, le parrocchie, le associazioni ed i movimenti; corsi di formazione sul gioco d’azzardo e sulle problematiche ad esso connesse con il coinvolgimento delle Associazioni di Categoria e gli esercenti dei pubblici esercizi; promuoverà, inoltre, un “marchio di responsabilità sociale” che identifichi gli esercenti che aderiscono alla azioni di prevenzione e contrasto del gioco d’azzardo.
I sottoscrittori s’impegnano anche ad “approvare, ove non esistenti o insufficienti, regolamenti comunali specifici per il contrasto al gioco d’azzardo che prevedano una disciplina organica per la concessione delle licenze relative all’esercizio dei giochi leciti (comprese le sale scommesse), al fine di garantire che la diffusione dei locali in cui si pratica il gioco lecito, avvenga evitando effetti pregiudizievoli per la sicurezza urbana, la viabilità, l’inquinamento acustico e la quiete pubblica, e al fine di limitare le conseguenze sociali dell’offerta dei giochi su soggetti psicologicamente più deboli e di definire idonee distanze dai c.d. “luoghi sensibili”, divieti di gioco ed orari precisi, nonché adeguate sanzioni di carattere economico, di sospensione e revoca della licenza per i contravventori dei regolamenti.”