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Il prossimo 23 marzo apertura ufficiale al pubblico del Museo multimediale di Piazza Bilotti.

Redazione

Dopo l’inaugurazione di sabato scorso, aprirà ufficialmente al pubblico il prossimo 23 marzo il Museo multimediale “Città di Cosenza” di Piazza Bilotti.
Il Museo resterà aperto tutti i giorni, dalle 9,00 alle 24,00. In questa prima fase e in attesa di definire il programma dettagliato degli eventi (previsti contenuti multimediali di interesse internazionale), sarà proiettato a ciclo continuo, sui 24 schermi della struttura, il film  “Nome in codice Sira – Missione Alarico” del quale, in occasione dell’inaugurazione avvenuta sabato scorso, alla presenza del Sindaco Occhiuto, è stato mostrato il trailer.
“E’ innegabile come il Museo multimediale di Piazza Bilotti– sottolinea l’Assessore alla comunicazione, turismo e marketing territoriale, Rosaria Succurro – rappresenti un nuovo importante attrattore turistico-culturale-didattico in grado di aumentare la destination reputation di Cosenza, proiettata a diventare sempre di più città opera d’arte, così come è stata immaginata ed ora realizzata dal Sindaco Mario Occhiuto, e dove gli attrattori che risiedono nella nostra storia e nella nostra tradizione identitaria convivono sempre di più con le innovazioni tecnologiche di cui il Museo multimediale diventa l’emblema. Con questo nuovo tassello – ha aggiunto Succurro – la riconoscibilità turistica di Cosenza non potrà che migliorare. I turisti, ma anche le scolaresche del territorio, potranno conoscere la storia della città attraverso un nuovo luogo che la racconta con l’ausilio di immagini avveniristiche”.
Assistere alla proiezione del film “Nome in codice Sira” ha un costo contenuto. Il biglietto è di soli 3 euro. All’interno del Museo è in funzione un apposito ufficio per organizzare i tour con i gruppi scolastici. “Fino al 23 marzo, giorno dell’apertura ufficiale al pubblico – spiega Renato Nuzzolo, coordinatore gestionale della struttura – il Museo è accessibile gratuitamente per assistere al trailer promozionale del film. Per tenersi aggiornati sui programmi della struttura è attiva la pagina facebook del Museo multimediale “Città di Cosenza”.
“Nome in codice Sira – Missione Alarico” è prodotto dalla “G.C. Comunicazioni Visive” ed è stato scritto, diretto e sceneggiato da Gianfranco Confessore.
Il plot racconta un viaggio nel cosmo alla ricerca della Menorah e del tesoro di Alarico. Lo spettatore viene catapultato, in una singolare esperienza immersiva, all’interno di una nave stellare e coinvolto in una straordinaria avventura. Siamo nello spazio, ultima frontiera e la data astrale è quella del 102018. I visitatori vengono accolti da Morpheus, un sistema di intelligenza artificiale che governa la nave Enterprise. Il Comandante della Nave, Sira, ha il compito di indagare sui molti misteri irrisolti e sui luoghi mitici e leggendari. Sira sfoglia con curiosità un antico libro proveniente dal Pianeta Terra e la sua attenzione è calamitata da una illustrazione che ritrae un candelabro a sette bracci che affascina il Comandante. E’ la Menorah, custodita nel tempio di Gerusalemme eretto da Salomone e lì rimasta fino al 70 dopo Cristo, quando l’esercito romano conquistò Gerusalemme. Dopo circa 400 anni, Alarico, re dei Goti, entra in Roma e la saccheggia, impadronendosi dei suoi leggendari tesori. Dopo il sacco di Roma – prosegue il racconto – Alarico e il suo esercito si dirigono a Sud e a Cosenza il re muore, in maniera inaspettata, forse di malaria. Si narra che venne seppellito, insieme al suo tesoro, nel letto del fiume Busento alla confluenza con il Crati. E’ in questo momento che Sira, desiderosa di sapere e di svelare il mistero,  si reca nella sala comando della nave per far rotta sulla terra, destinazione Cosenza e ciò che si staglia per prima nel cielo della città dei Bruzi è l’antenna del Ponte di Calatrava. Sira avverte immediata l’attrazione verso una città che come Roma ha sette colli che la circondano e che merita di essere visitata.
Una volta arrivata alla confluenza dei fiumi e avvicinatasi alla statua di Alarico, un solo pensiero si affaccia nella sua mente: “E’ qui che potrebbe essere…”.
“Tutto il racconto – spiega il regista del film Gianfranco Confessore – è completamente supportato da una cospicua bibliografia e da una serie di interviste con importanti personalità della cultura, tra cui il direttore dell’Istituto di Studi Romani, Massimiliano Ghilardi, e il rabbino maggiore della comunità ebraica di Roma, Jacov Shalom Di Segni.
Estremamente all’avanguardia la tecnica cinematografica adoperata che mutua dal video mapping al green screen fino al chroma key, con elaborazione digitale delle immagini e con la generazione di effetti particellari  al computer.
Nel film sono stati utilizzati giovani attori cosentini, la maggior parte dei quali provenienti dalle Officine Teatrali telesiane (laboratorio del Liceo Classico “Telesio” diretto da Antonello Lombardo) reduci dal recente successo dell’Orestea : Marisa Casciaro, Sara Gedeone, lo stesso Antonello Lombardo, Rosario Cambrea, Matteo Chirillo, Mariangela Spagnuolo, Naomi Rizzo, Lorenzo Patella, Francesco Garenna e Dalila Nefzi.

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