Fratelli d’Italia, con il vice capogruppo alla Camera on. Wanda Ferro, nel corso del question time ha chiesto al ministro della Difesa Elisabetta Trenta che vengano estesi gli effetti del decreto dignità ai precari del Comparto Difesa e Sicurezza. Un bacino di lavoratori che appare dimenticato da tutti, nonostante sul sito ufficiale della Ragioneria di Stato, nella sezione del Conto annuale dedicata al personale delle Forze Armate e dei Corpi di Polizia, si registrano circa trentanovemila dipendenti precari ai quali si aggiungono quelli presenti nel comparto Soccorso pubblico.
“Questo governo – ha detto l’on. Wanda Ferro – ha reso molteplici dichiarazione pubbliche e preso impegni sulla necessità di garantire maggiore stabilità lavorativa in questi comparti, anche per salvaguardare la sicurezza del territorio, ma anche in questo caso alle parole non sono seguiti provvedimenti concreti, né c’è traccia nella legge di bilancio di risorse destinate alla stabilizzazione, neanche nel prossimo futuro, del personale precario delle forze armate, che vive in condizioni di incertezza lavorativa ed economica nonostante, vorrei ricordarlo, stiamo parlando di lavoratori formati e nella maggior parte dei casi estremamente professionalizzati, in molti casi parliamo di impiegati in servizio a tempo determinato in forza delle loro professionalità non altrimenti reperibili nell’ambito dell’organico delle Forze Armate, e che coprono una serie di esigenze tecnico professionali in qualità di esperti, a vantaggio dell’efficienza del comparto e con notevole risparmio di risorse. Per questo chiediamo al governo se intende estendere gli effetti del decreto dignità al comparto Difesa e Sicurezza, dando la possibilità anche ai precari delle forze armate e del comparto Sicurezza di beneficiare della trasformazione del contratto a tempo indeterminato previsto con la riforma del mercato del lavoro”.
Rispetto alla risposta del ministro Trenta l’on. Wanda Ferro non si è ritenuta soddisfatta: “Dare risposte chiare e concrete a chi oggi non ha alcuna tutela è un obbligo morale verso tutti coloro che vestendo una divisa mettono la propria vita al servizio del Paese. L’Italia continua a disattendere i contenuti della direttiva 1999/70/CE che vuole prevenire gli abusi nell’utilizzo di rapporti di lavoro a tempo determinato, che non possono essere un problema che grava unicamente sui lavoratori. Al ricorrere di determinate condizioni questi lavoratori vanno assunti dallo Stato in quanto datore di lavoro che deve rispettare le regole comunitarie. Oggi abbiamo militari precari ai quali è stata preclusa la strada della stabilizzazione prevista con il decreto dignità. Il ministro Trenta ha dichiarato nei giorni scorsi di voler stringere la mano ad un generale donna: è un’idea di buon auspicio, ma vorrei che oggi stringesse simbolicamente le mani di quei 39mila lavoratori che ad oggi rimangono soltanto dei precari”.