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RANDAGISMO lettera aperta al Ministro della Salute

Redazione

Ill.mo signor Ministro,

ancora una volta mi vedo costretto a coinvolgere il Ministero della Salute nel tentativo, sino ad oggi risultato vano, di sollecitare/smuovere/obbligare le Istituzioni locali a prevenire e risolvere il fenomeno del randagismo divenuto, nel corso degli anni, un vero e proprio business per la criminalità organizzata…..e non solo.

Durante il periodo estivo sono innumerevoli le segnalazioni e le richieste di intervento che le associazioni animaliste ricevono: cuccioli abbandonati, animali incidentati, cani smarriti, o più semplicemente cani vaganti per le vie del centro.

I turisti che decidono di trascorrere le ferie in Calabria, non essendo abituati alla presenza di animali vaganti per le vie dei centri cittadini, fiduciosi sollecitano prontamente l’intervento degli Enti locali; ben presto si accorgono che “qualcosa” non funziona e, inorriditi da cotanta indifferenza istituzionale, si rivolgono ai volontari del posto.

Impossibile per le associazioni locali farsi carico di un problema più grande di loro!

Rincorrere le quotidiane emergenze è snervante e finisce per esaurire le forse, fisiche ed economiche, di chi dimostra sul campo e concretamente di avere una sensibilità superiore a quella che contraddistingue i diversi rappresentanti istituzionali.

La Calabria, come del resto anche le altre regioni meridionali, ha dimostrato la sua incapacità organizzativa e programmatica; a nulla è servito il lavoro portato avanti dalla Task Force Veterinaria regionale che si è scontrato con una realtà difficile dove i condizionamenti e le pressioni sono fortissime.

Le recenti inchieste giudiziarie hanno, in parte, fatto luce anche sulla corruzione che dilaga negli uffici pubblici e sulla spartizione del territorio operata dai gestori dei canili privati; strutture autorizzate dalle Aziende sanitarie a detenere oltre duemilacinquecento cani dove i controlli da parte dei servizi veterinari sono inesistenti al pari dell’assistenza sanitaria che i privati dovrebbero garantire.

Cani costretti sistematicamente a far le valige per essere trasferiti da un lager ad un altro!

Cani costretti a lasciare il box dove, loro malgrado, si erano abituati a vivere per essere trasferiti a chilometri di distanza e dove dovranno ambientarsi ed abituarsi a persone nuove e ad una diversa  gestione.

In tutto questo i servizi veterinari (fatte le dovute eccezioni) latitano, dimostrando che lo stereotipo del “dipendente pubblico italiano” non è una leggenda metropolitana né un mito da sfatare.

Una illegalità disarmante ma inaccettabile!!!

Illustre Ministro Grillo, essendo Lei di origini siciliane, sono certo che non incontrerà difficoltà ad immaginare il triste mondo che in estrema sintesi ho cercato di rappresentarLe.

Viviamo in Italia, il paese dove chi ruba una mela sconta sino all’ultimo giorno della pena prevista mentre chi ruba miliardi di euro rimane impunito, ciononostante faccio fatica ad abituarmi all’idea che le cose debbano rimanere così come sono.

Comprendo che tutto il sistema sanitario (soprattutto in Calabria) attraversa, da tempo, una profonda crisi che ha comportato e comporta uno sperpero di denaro pubblico senza, peraltro, un ritorno efficiente in termini di servizi; tuttavia ritengo, nel mio piccolo, che il fenomeno del randagismo non debba essere sottovalutato neppure sotto il profilo del danno causato all’Erario dalle amministrazioni comunali e dalle aziende sanitarie e penso che il “miglior amico dell’uomo” – sempre presente durante le calamità naturali, al fianco delle persone non vedenti, determinanti nel ritrovamento degli stupefacenti, fedeli compagni di sempre – meriti di essere privato di quella sofferenza che attraverso azioni omissive e commissive gli viene quotidianamente riservata.

Cara dottoressa Grillo, venga in Calabria da turista prima che da Ministro, e si renderà conto personalmente che gli animali muoiono nell’indifferenza mentre i delinquenti, quelli veri, indossano impunemente fasce tricolore e camici bianchi.

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