70
“Nessuno tocchi il modello Riace. La nostra battaglia proseguirà anche in Parlamento per chiedere la modifica del decreto sicurezza: bloccare gli Sprar è un errore imperdonabile”.
«Bisogna difendere con forza e replicare il modello Riace, un esempio di buona accoglienza e integrazione. Il dramma dell’immigrazione non si può risolvere alzando muri e barricate o chiudendo i porti, ma proprio preparandoci a un’accoglienza capace di coniugare sicurezza, integrazione, solidarietà, sviluppo locale e coesione sociale come fatto nel piccolo comune calabrese. Per questo domani saremo anche noi in piazza a Riace insieme a tante altre associazioni e cittadini, dopo l’arresto del primo cittadino Mimmo Lucano, per chiedere che non si strumentalizzi la vicenda giudiziaria, continuando a giocare in chiave elettorale e propagandistica sulla pelle dei disperati e ingannando gli italiani sui reali bisogni del Paese».
Così Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, e Francesco Falcone, presidente di Legambiente Calabria, commentano l’adesione dell’associazione ambientalista all’iniziativa promossa per domani a Riace (dalle ore 15) dagli attivisti riuniti sotto la sigla “Riace patrimonio dell’umanità”. La mobilitazione “Riace non si arresta! A Riace per solidarietà a Mimmo Lucano” si terrà in contemporanea in diverse città italiane.
«Riteniamo – aggiungono Ciafani e Falcone – che vada sostenuto allo stesso modo anche il modello Sprar (il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, ndr) che ha consentito di realizzare un programma di buona accoglienza, distribuito sul territorio, che ha superato tanti problemi del passato e che, invece, il Governo tenta di cancellare con il Decreto sicurezza. Lo stesso presidente Matterella, nel firmare ieri il decreto, ha ricordato gli obblighi imposti dalla Costituzione, in particolare agli impegni che tra l’altro riguardano i rifugiati e i profughi. La nostra battaglia continuerà affinché durante il suo iter in Parlamento il decreto venga modificato, evitando così errori imperdonabili frutto di una scelta ideologica e pericolosa che rischia di gettare l’Italia nel caos».